«La messa in scena in videostreaming di Clown Time di Abbondanza/Bertoni è un primo passo e presto contiamo di poter presentare la stagione d’opera nella sua interezza, insieme alle altre attività della Fondazione Haydn», ha detto Matthias Lošek, direttore artistico della stagione d’opera che in primavera si snoda tra le città di Bolzano e Trento; ma che, per la difficile contingenza legata al Covid-19, né l'anno scorso, né quest'anno ha avuto svolgimento.
Un timido segno di ripresa è la proposta dal 24 aprile scorso in streaming su YouTube di Clown Time (ancora visibile nella scheda dello spettacolo - sezione VIDEO), una piéce in cui musica, teatro e danza si mescolano. E che era risultata vincitrice della seconda edizione di “Fringe”, il concorso di teatro musicale recentemente promosso dalla Fondazione Haydn per valorizzare i talenti artistici del territorio. Spettacolo la cui registrazione è avvenuta il 25 febbraio 2020 al Teatro Zandonai di Rovereto, ultimo spettacolo dal vivo prima della tempesta sanitaria.
Un inusuale format di teatro musicale
In Clown Time la nota compagnia di danza roveretana Abbondanza/Bertoni si misura con un inusuale format di teatro musicale, affrontando assieme al musicista bolognese Marco Dalpane, pianista e concertatore di alcuni solisti dell’Orchestra Haydn (Marco Serino, violino; Francesco Ciech, cello; Andrea Mairhofer, flauto; Roberta Gottardi, clarinetto) una rielaborazione/ripensamento della Sinfonia da Camera 1, Opera 9 di Arnold Schönberg, ad opera dello stesso Dalpane.
Molto contano, poi, nel tessuto sonoro generale i persistenti innesti del duo elettronico/acustico OoopopoiooO (formato dal poliedrico Vincenzo Vasi e da Valeria Sturba, anche vocalist), interpolati alle musiche di Schönberg, ed ai sintetici inserti recitativi che talvolta arrivano da fuori scena.
Un progetto drammaturgico complesso ed articolato
Il progetto complessivo e la drammaturgia, come pure gli interventi coreografici si devono a Michele Abbondanza e Antonella Bertoni; fonte d'ispirazione dichiarata, certo cinema di David Lynch ed in particolare la sua serie di 'corti' intitolata Rabbits. Scenografia (un algido salotto borghese) e costumi (volutamente banali) portano anch'essi la loro sigla.
A danzare, nascosti da enormi, immaginifiche maschere zoomorfe (una gallina, un asino, un cane, abilmente realizzate da Nadezhda Simenova) sono Valentina Dal Mas, Tommaso Monza e Giselda Ranieri, immersi in una situazione extra-temporale, sospesa, a tratti opprimente. «Un tempo espanso, polverizzato e incendiato da improvvisi lampi, certamente sganciato dalla linearità dell’articolazione temporale classica», come lo definiscono i creatori. Luci di Andrea Gentili, regia video di Oscar Bottes.