Musica
CONCERTI DI MEZZOGIORNO

Spoleto, teatro, Caio Melisso…

Spoleto, teatro, Caio Melisso…
Spoleto, teatro, Caio Melisso, Concerti di Mezzogiorno Spoleto, basilica di San'Eufemia, Ora Mistica Concerti di Mezzogiorno Lo stile intimo e informale dei “concerti di mezzogiorno” rende questi appuntamenti irrinunciabili per gli amanti della musica da camera: l’atmosfera è informale, l’ambientazione è raccolta e quasi domestica, il livello dei solisti è alto ed i programmi ricercati, non usuali, non casuali, in orario particolare. Fuori dal Caio Melisso, invece, alle ore 11 ed alle ore 18 i concerti gratuiti di Caffè Chantant, godibili e briosi come nell’Ottocento; la location di piazza Mercato è più bella, ma l’atmosfera meno coinvolgente poiché il pubblico rimane necessariamente in piedi e transitano veicoli a motore (invece davanti al Caio Melisso ci sono posti seduti intorno a tavolinetti e non c’è traffico veicolare). sabato 7 luglio Oggi era il compleanno di Gian Carlo Menotti, nato nel 1911, ed il programma è stato studiato appositamente, perché il Maestro adorava Schubert, diceva che alcune pagine lo facevano piangere. Il canadese Corey Cerovsek al violino (il prezioso Stradivari “Milanollo” del 1728, appartenuto in passato a Giovanni Battista Viotti ed a Niccolò Paganini, il quale lo donò alla violinista Teresa Milanollo) e l’israeliana Rina Dokshitsky al pianoforte hanno eseguito la “Sonatina per violino e pianoforte in re maggiore op. 137 n. 1 D. 384” nei suoi tre movimenti, allegretto, andante e allegro vivace. Poi, proprio per ricordare il Maestro, è stata eseguita una delle pagine più belle di musica da camera da lui composta (la cameristica non è di certo la sua produzione più corposa, purtuttavia rimane forse la produzione più alta), la “Suite per 2 violoncelli e pianoforte”, commissionata dalla Società di musica da camera del Lincoln Center ed eseguita per la prima volta a New York City il 20 maggio 1973. Il virtuoso Jean-Yves Thibaudet al pianoforte, la francese Delphine Borsarello ed Eric Gaenslen (statunitense, violoncellista del Rossetti String Quartet) ai celli hanno eseguito i quattro movimenti della suite, la roboante “intro”, il veloce e saettante “scherzo”, l’ampio e largo “arioso” ed il “finale” pieno di carica. Infine l’attesissimo “Arpeggione”, la “Sonata per viola e pianoforte in la minore D. 821”, un capolavoro che Franz Schubert scrisse nel 1824 per l’arpeggione, un ibrido tra chitarra e cello che non si è mai radicato e che nel 1830 era già dimenticato. Jean-Yves Thibaudet al pianoforte e il giovane prodigio Antoine Tamestit alla viola (si è esibito per la prima volta a Spoleto, ascoltarlo è un’emozione, vederlo suonare un piacere perché è molto mobile sulle gambe, come se ballasse) hanno eseguito questa splendida sonata in tre movimenti, allegro moderato, adagio e allegretto. Il concerto è stato preceduto da una messa in duomo per ricordare Gian Carlo Menotti e seguito dal conferimento del premio Petaso 2007, assegnato al direttore d’orchestra David Charles Abell per la sua paziente opera filologica sull’opera di Menotti, di cui fu assistente negli anni Ottanta. domenica 8 luglio Oggi c'è stato uno dei momenti più intensi ed emozionati del festival 2007: il prodigio Timothy Fain ha aperto il programma odierno con “Arches”, una composizione per violino solo che l’americano Kevin Puts ha composto nel 2000. Il titolo è stato suggerito dalla forma simmetrica del pezzo, capriccio-aria-capriccio-aria-capriccio, praticamente attaccati, poiché le divisioni non sono evidenti, essendoci una forte connessione tra i singoli brani, come appunto in una teoria di archi. Il californiano Timothy Fain, primo violino del Rossetti String Quartet, in camicia bianca di lino e pantaloni neri, ha interpretato il pezzo con incredibile partecipazione e coinvolgimento, trascinando il pubblico in una serie ininterrotta di emozioni, quasi da trattenere il respiro per tutta la durata dell’esecuzione. In alcuni momenti la tessitura è acutissima, in altri il dito indice viene sfregato sulle corde, in altri le vibrazioni di suoni si fanno quasi impercettibili, in altre il moto ondeggiante del braccio con l’archetto produce suoni inimmaginabili. Straordinario Timothy Fain, puro virtuosismo. Irripetibile. Un consiglio: cercate sul sito internet di Fain le date delle sue performences e non ve le fate scappare. Poi Jean-Yves Thibaudet e Rina Dokshitsky hanno eseguito a quattro mani “Dolly”, la suite per pianoforte che Gabriel Faurè scrisse per la figlia della sua seconda moglie, sei movimenti che trasudano tenero affetto, spontaneità di bambini e creano l’atmosfera di un mondo dominato dai sogni infantili, un mondo tenero e protettivo, lontanissimo dal brano di Puts. E questo stridente contrasto ha aumentato il fascino di entrambi i brani. Infine ancora l'ottimo (quest'anno biondo) Thibaudet e il passionale Cerovsek hanno eseguito in modo mirabile la “Sonata per violino e pianoforte in do minore op. 45” di Edvard Grieg: il primo movimento, allegro, è di tono drammatico e maestoso, come i fiordi in pieno inverno; il secondo ed il terzo, allegretto e allegro animato, sono invece idilliaci, come alcune giornate estive in Norvegia. Il pubblico è impazzito, in particolare per Timothy Fain, ma anche per gli altri solisti, spellandosi le mani in applausi che sono sembrati interminabili, ma meritatissimi. Ora mistica Nelle ore più silenziose della notte, intorno a mezzanotte, si tengono in questa basilica, situata nel cortile del palazzo arcivescovile e con l’abside che domina la scalea di piazza Duomo, concerti di musica sacra a cappella, in un’atmosfera mistica e intima. sabato 7 luglio I genovesi “Polifonici” (Letizia Panarello - soprano, Michele Ravera – alto, Fabio Macelloni – tenore e Roberto Salsedo – baritono) hanno eseguito le “Profezie delle Sibille” di Orlando di Lasso, pubblicate postume nel 1600, che rivelano particolari effetti cromatici. Peccato che i mottetti sono stati preceduti dalla lettura della traduzione dal latino all’italiano dei mottetti stessi, che ha spezzato il ritmo e l’effetto di coinvolgimento del concerto vocale, peraltro ottimamente eseguito dal quartetto. Le “Prophetiae Sibyllarum” sono state precedute dalla “Passio Domini nostri Jesu Cristi secundum Lucam”, sempre di Orlando di Lasso. Visti a Spoleto, teatro Caio Melisso e basilica di Sant'Eufemia, il 7 e l'8 luglio 2007 FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al Caio Melisso di Spoleto (PG)