La vitale storia dell’Accademia Filarmonica di Verona ha inizio nel lontano 1543. Le plurime vocazioni della congrega portano presto a un ampliamento degli iscritti e a una spinta volta al rinnovamento. La visita di Mozart assume una valenza fondamentale ai fini della costituzione di una compagine stabile, l’Orchestra dell’Accademia. In tempi recenti la attitudine musicale è confermata dalla programmazione concertistica del Settembre dell’Accademia, manifestazione giunta quest’anno alla XXIV edizione. Nel mese di settembre, con qualche evento anche a inizio ottobre, il Teatro Filarmonico ospita il meglio della musica sinfonica internazionale: otto gli appuntamenti di quest’anno con orchestre, direttori, solisti di fama internazionale e nomi spesso difficilmente udibili nel nostro paese. Tra le serate più attese vi era quella del 24 settembre che portava per la prima volta sul palco scaligero, e nell’unica tappa italiana, l’orchestra radiofonica più antica della Germania, la Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin, guidata dal direttore artistico e musicale Marek Janowski. Il maestro polacco vanta collaborazioni con i più importanti complessi sinfonici a livello mondiale: basti citare, a titolo esemplificativo, i lunghi sodalizi con l’Orchestre Philharmonique de Radio France e con l’Orchestre de la Suisse Romande di Ginevra. Il suo estremo rigore, unito al gesto sempre chiaro, assicura un’esecuzione vibrante ma allo stesso tempo oculata.
Il programma presentato risalta l’ampia tavolozza tecnica e artistica del direttore: nella prima parte si ascolta la Sinfonia n.4 in Si bemolle maggiore Op. 60 di Ludwig van Beethoven e nella seconda la Sinfonia n.4 in Mi bemolle maggiore di Anton Bruckner. Il lavoro beethoveniano, ultimato in poco tempo, venne dedicato al committente, il conte Franz von Oppersdorf, ed eseguito per la prima volta il 5 marzo 1807 a Vienna. Composta durante il lungo periodo di gestazione della “quinta” e di numerose altre opere, la sinfonia ha un carattere più vicino agli stilemi settecenteschi dell’intrattenimento musicale. Nonostante ciò le conquiste apportate dall’“Eroica” la distanziano udibilmente dagli stilemi in voga all’epoca della “prima” e della “seconda”. È immediato il confronto con l’altra “quarta” in programma. La “Romantica” è la più nota tra le undici sinfonie portate a termine da Anton Bruckner. Il titolo assegnatole, l’unico a beneficiare dell’avallo autoriale, potrebbe riferirsi al contenuto stesso della composizione, legata all’idea della musica a programma, particolarmente in voga durante il XIX secolo. Fu questa, assieme alla settima, la sinfonia che cominciò ad imporre a livello internazionale il nome del compositore austriaco il quale operò modifiche, come sua frequente consuetudine, anche a questa partitura. La prima esecuzione risale al 20 febbraio 1881, a ben sette anni di distanza dalla prima stesura del 1874. Non è superfluo sottolineare l’inasprirsi, proprio in quel periodo, della querelle tra i sostenitori di Bruckner e quelli di Brahms: il primo veniva attaccato per il suo aperto sostegno alla poetica wagneriana, il secondo, al contrario, beneficiava del sostegno del grande e influente critico Eduard Hanslick. L’esecuzione dell’orchestra tedesca denota un’estrema attenzione per i dettagli che si estrinseca nella pulita compattezza della resa fonica. Benché l’incedere lasci poco spazio agli abbandoni espressivi, cari alla scrittura romantica, la partitura beneficia di una lettura veemente, attenta alle dinamiche particolarmente esaltate da Bruckner. È infatti più la “Romantica” ad apparire in sintonia con le qualità dell’orchestra tedesca nella quale spiccano, per precisione, tutti i settori: all’accuratezza degli archi, rispondono i fiati limpidissimi e gli ottoni spavaldi. Janowski affronta con energia la serata durante la quale appare evidente il forte rapporto di fiducia instaurato con l’orchestra che si affida alle sue idee musicali, tradizionali ma efficacissime.
I calorosi consensi finali salutano entusiasticamente l’orchestra tedesca e il direttore.