Musica
CONCERTO DUO GABETTA SIGFRIDSSON

Giovani e virtuosi da Argentina e Finlandia

Giovani e virtuosi da Argentina e Finlandia

Primo appuntamento al Teatro Argentina per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, la giovane affermatissima violoncellista argentina Sol Gabetta e il pianista finlandese Henri Sigfridsson hanno richiamato un folto pubblico che ha riempito la platea dello storico teatro.

La Sonata n.1 in Fa maggiore Op.5 n.1 di Beethoven è un’opera giovanile in cui i due strumenti si presentano in un ruolo paritario con una combinazione di suoni inedita per l’epoca; fino ad allora il rischio di esporre il violoncello alla prepotenza del pianoforte aveva inibito la concezione della sonata per questi due strumenti, ma Beethoven sperimentò in questo lavoro innovazioni ardite dilatando i due tempi e integrando opportunamente gli interventi dei due protagonisti che si alternano e si sostengono senza una esplicita prevalenza di uno sull’altro. Di maggiore complessità concettuale la Sonata n.4 Op.102 n.1 dove l’ormai emancipata tecnica violoncellistica permette una densità delle intenzioni compositive che preludono ai capolavori degli ultimi anni.

La Sonata per violoncello e pianoforte in mi minore Op.38 di Johannes Brahms è del 1865, l’anno della morte della madre, l’anno del “Deutches Requiem”: il dolore per la perdita traspare a ogni battuta e l’amarezza delle discese cromatiche non riesce a essere stemperata dai ricami del pianoforte che sembra rivestire il volenteroso ruolo di un compagno consolatore.

Adrien-Francois Servais (1807-1866) è stato un violoncellista di fama internazionale, con il suo Stradivari ha calcato i palcoscenici più importanti della sua epoca, è stato anche apprezzato didatta e sperimentatore, per primo ha introdotto l’uso del puntale. Fu anche compositore di capricci, fantasie, studi, concerti per violoncello e orchestra. Nel concerto odierno è stata presentata la “Fantasie sur deux airs russes” Op.13 certamente ispirata alle musiche ascoltate nelle numerose tournée.

Sol Gabetta suona un prezioso Guadagnini del 1759 e possiamo dire che merita ampiamente questo privilegio, l’arcata è autorevole il timbro è curatissimo, potenza e agilità le permettono di alternare dolcezza a velocità senza mai rinunciare ad una originalità interpretativa frutto della sua cultura cosmopolita e delle numerose attività che la vedono protagonista. Il sodalizio con il virile pianoforte di Henri Sigfridsson si rivela particolarmente felice, il giovane pianista finlandese è un compagno perfetto, discreto e preciso, mai invadente con un suono bellissimo e moderno.

Alla fine pubblico festante ripagato con due bis: “Apres un reve” di Gabriel Faurè e i fuochi artificiali dell’Allegro della Sonata per violoncello e pianoforte di Shostacovich.

Visto il
al Argentina di Roma (RM)