Jesi, teatro Pergolesi, “Concerto lirico”
GRANDEZZA E GENEROSITA'
La 42^ stagione lirica di tradizione di Jesi si è aperta con un concerto lirico dedicato a Renata Tebaldi, protagonisti Daniela Dessì, Fabio Armiliato e l'orchestra filarmonica marchigiana diretta da Marco Boemi. Il programma prevedeva il primo Ottocento con Rossini, Spontini e Verdi ed il secondo Ottocento con Puccini, Giordano, Ponchielli, Cilea e Leoncavallo.
L'orchestra ha eseguito ouvertures, dimostrando di essere maggiormente a suo agio con Verdi e con i veristi che non nel primo Ottocento. Infatti la sinfonia dall'Italiana in Algeri ha rivelato qualche sbavatura, anche negli attacchi, ed un suono poco morbido e trasparente, mentre buone le esecuzioni delle sinfonie dai Vespri Siciliani e dalla Forza del destino, come anche gli intermezzi da Manon Lescaut e dai Pagliacci. Interessante l'esecuzione della Danza delle ore dalla Gioconda di Ponchielli, curata nei ritmi e nella timbrica degli strumenti.
Daniela Dessì è un'interprete di prima grandezza a livello internazionale; ogni aria da lei cantata riesce a far entrare lo spettatore nel clima dell'opera, come nelle frequentate Aida (“Ritorna vincitor”) e Forza del destino (“Pace, pace, mio Dio!”), nel celeberrimo “Vissi d'arte” da Tosca (struggente e intensissimo il canto, scolpito e cesellato il verso) e “Io sono l'umile ancella” da Adriana Lecouvreur. La Dessì ha mosso al Pergolesi i primi passi con Sesto Bruscantini, a cui la presente stagione è dedicata.
Fabio Armiliato parte in salita con la difficile “Ah! No, s'io vivo ancora” dalla Vestale di Spontini, poi trova i suoi ruoli ideali con Otello (“Dio! Mi potevi scagliar”) e ancor più Andrea Chénier (“Un dì all'azzurro spazio”), per arrivare a un “Nessun dorma” che incendia letteralmente il pubblico che copra la musica con gli applausi. Per lui è un ritorno alle origini, poiché proprio a Jesi ha iniziato la sua carriera nel 1986 con la Vestale di Spontini.
A chiudere le due parti due duetti: “Già nella notte densa” da Otello e “Vicino a te s'acqueta” dal finale di Andrea Chénier. Poi i bis, con grande generosità: “Libiam ne' lieti calici” ha conquistato più il pubblico dei critici, ma il momento successivo da solo è valso tutto il concerto. Daniela Dessì ha cantato, con il maestro al pianoforte, “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi di Puccini con una tale intensità e perfezione difficili da spiegare e con grande ironia, salendo sul podio del direttore (che era al pianoforte, come detto). Quindi Armiliato ha ceduto al fascino della canzone napoletana interpretando “I' te vurria vasa'”. Gran finale con la pucciniana Non ti scordar di me dalle Villi.
Il notevole affiatamento tra il direttore e i due cantanti (insieme hanno anche registrato alcuni cd) ha contribuito alla riuscita del lungo concerto, tre ore in totale.
Teatro gremito, pubblico in visibilio, applausi interminabili. La stagione prosegue con Traviata (la celebre edizione maceratese dello specchio appositamente ridotta), il Barbiere di Siviglia (regia Damiano Michieletto) e l'originale dittico Pagliacci – La voix humaine (debutto nella regia lirica per il talentuoso Leo Muscato). Il tutto in attesa dell'anno pergolesiano, il 2010, quando, per celebrare i trecento anni dalla nascita del compositore, a Jesi saranno allestite tutte le sue opere: i miracoli della provincia italiana.
Visto a Jesi (AN), teatro Pergolesi, il primo ottobre 2009
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
01-10-2009
al
Giovan Battista Pergolesi
di Jesi
(AN)