Musica
CONCERTO MULLOVA E DANTONE

La ricostruzione della pro…


	La ricostruzione della pro…

La ricostruzione della produzione concertistica di Johann Sebastian Bach è uno dei più affascinanti  problemi della musicologia. La frequente mancanza delle partiture originali, il recupero di materiali di seconda mano e la prassi compositiva di Bach, che spesso rielaborava musiche precedentemente composte anche per strumenti diversi e per opere di diverso genere,  pongono ai moderni interpreti  la tentazione di applicare la tecnica della “invenzione  infinita” nella lettura di oggi delle sue opere. Certamente può sembrare arbitrario proporre opere originariamente composte per un certo  strumento con altri organici e non sarebbe considerato accettabile per le musiche di Mozart o di Beethoven, ma la peculiarità dell’ambiente musicale barocco, caratterizzato da continue rivisitazioni, sembra congeniale a questa prassi interpretativa. In effetti  l’opera di Bach sembra non aver mai fine e ogni fase compositiva appare come una nuova proposta di ciò che era già stato scritto in precedenza.

Ottavio Dantone, al clavicembalo e alla direzione dell’Accademia Bizantina, e Viktoria Mullova al violino  hanno coinvolto in una serata tutta bachiana il pubblico dell’Istituzione Universitaria dei Concerti che ha completamente riempito l’Aula Magna della Sapienza apprezzando la proposta culturale. Sono stati eseguiti il Concerto in la minore BWV 1041 e il Concerto in mi maggiore BWV 1042; di entrambi si è persa la partitura originale e la ricostruzione è stata possibile grazie al certosino lavoro di esegesi sul  materiale trovato e sul  contributo dei figli maggiori di Bach.  I nostri protagonisti ne hanno fornito una interpretazione affascinante in cui il violino di Viktoria Mullova si è inserito con leggerezza e senza prevaricazioni nel tessuto esecutivo, soprattutto nell’andante del  BWV 1041 e nell’incipit vivaldiano del BWV 1042, famosissimo, dove è riconoscibilissimo lo stile italiano. Inoltre è stata eseguita la trascrizione per violino e orchestra di Ottavio Dantone del Concerto BWV 1060 originariamente pensato per violino e oboe poi trascritto per due clavicembali. Anche qui la ricostruzione  è arbitraria ma verosimile, come nel  Concerto BWV 1053 di cui si conosce una versione autografa per clavicembalo e orchestra, contenente materiale presente  anche in altre opere e probabilmente scritto precedentemente per altri strumenti. Qui il suggestivo adattamento di Viktoria Mullova e Ottavio Dantone si inserisce ancora nella visione bachiana della “invenzione infinita”. La ricerca minuziosa del suono barocco è testimoniata dalle lunghe fasi di accordatura, ma il risultato è stato eccellente, nonostante le dimensioni della sala non certo congeniale a questo genere di musica. La piccola orchestra ha interagito con la grande presenza di Viktoria Mullova con grande affiatamento e il folto pubblico ha tributato a tutti lunghi applausi.

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