Jesi, teatro Pergolesi, Concerto inaugurale con musiche di Giovanni Battista Pergolesi
... E SON TRECENTO
La Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi celebrerà l'anno prossimo i trecento anni dalla nascita in terra marchigiana di Giovanni Battista Pergolesi, poi trasferitosi a Napoli, all'epoca capitale culturale del mondo, dove morì a soli 26 anni.
L'inizio delle manifestazioni non poteva essere sotto i migliori auspici, quelli di Claudio Abbado, che ha diretto l'Orchestra Mozart in un programma ovviamente Pergolesiano. Sorprendente. Pergolesi si conferma compositore di certo non minore, precursore, per certi aspetti, di molti altri grandi.
L'antico teatro a lui intitolato non poteva contenere tutti gli spettatori, per cui è stato approntato un altro spazio nella piazza antistante il teatro, le cui poltrone avanti un maxischermo erano “circondate” da piante di alloro vendute per beneficenza (il ricavato contribuisce alla ricostruzione del conservatorio dell'Aquila), ricordando il forte impegno ecologista di Abbado.
Il programma si è aperto con Manca la guida al pie' (aria preceduta dal recitativo), estratta da Li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di San Guglielmo Duca d'Aquitania, caratterizzata da una corda orchestrale drammatica che ha bene assecondato la voce sopranile di Veronica Cangemi.
Quindi Laudate Pueri Dominum, messa in musica del Salmo 112. L'inizio è trionfante, allegro e spiritoso; poi momenti allargati si alternano ad allegri, come il coro con le voci soliste: alla raffinata vocalità di Rachel Harnisch in una strofa si alterna Teresa Romano, dalla voce generosa. Perfetti i colpi veloci degli archi in Excelsus super omnes, cupissime le pause in Quis sicut Dominus Deus noster. La musica è quasi sussurrata dall'orchestra, fino a riprendere l'allegro nel finale.
Il Salve Regina in fa minore ha rappresentato il vertice della serata. L'orchestra è ridotta a pochi archi e un organo, con tocchi raffinati di arciliuto. Nel largo iniziale l'atmosfera brunita della musica unita alla voce scurissima di Sara Mingardo; poi l'andante largo, con la musica che si riduce a un sussurro, come nell'andante deciso. L'andante amoroso ha il sapore antico e indefinibile del sentimento affettuoso. Nel finale largo assai viola e violoncello sprofondano nella tessitura bassa. Alla fine un silenzio sacrale, il pubblico ammutolito non riusciva a dare il via agli applausi, che poi sono stati interminabili.
Dopo l'intervallo la Messa in fa maggiore. A Napoli c'erano stati ripetuti terremoti fra il 1731 e il 1732 e Pergolesi dedica questa messa a Sant'Emidio, protettore contro i terremoti. È una missa brevis, con solo il Kyrie e il Gloria, e rappresenta un esempio virtuosistico dello stile pergolesiano. Invero una sorta di successione di momenti di forte impatto espressivo, dopo i momenti corali la voce solista sopranile entra con il Laudamus, di grande respiro elegiaco; voce che si raddoppia col contralto (ancora Cangemi e Mingardo) nel Domine Deus, seguita da un largo caratterizzato da lunghe arcate dei violini. Splendido l'effetto di eco nel Qui sedes, dove i secondi violini riprendono il motivo dei primi scurendolo. Il seguente Quoniam tu solus sanctus è compiuto come un'aria d'opera, cogli oboi dominanti, prima dell'accelerazione finale in cui l'organico irrobustito è al completo.
Il miracolo si compie per mano di Claudio Abbado. Il gesto, privo di bacchetta, è misurato ma preciso, l'atteggiamento di grandezza e umanità. Il Maestro ha una presenza assolutamente magnetica e il grande pregio di ridare forza, vita e nuova luce alle pagine pergolesiane, facendone emergere la bellezza suggestiva e la grandezza compositiva. L'Orchestra Mozart suona strumenti d'epoca (oboi barocchi, corni naturali, trombe barocche, arciliuti e liuti), segue il concertatore alla perfezione, come anche il Coro della Radio Svizzera preparato da Diego Fasolis. Appropriate le interpreti, su tutte Sara Mingardo, ma anche Rachel Harnisch e Veronica Cangemi (brevissimo l'intervento di Teresa Romano).
teatro e piazza gremiti: una rara occasione di ascolto di altissimo livello per il pubblico marchigiano. Tanti, lunghissimi, interminabili applausi. E grande attesa per le celebrazioni pergolesiane, quando nel 2010 verranno rappresentate a Jesi tutte le opere del compositore: Abbado tornerà per un concerto. Da non perdere.
Visto a Jesi (AN), teatro Pergolesi, il 05 giugno 2009
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al
Giovan Battista Pergolesi
di Jesi
(AN)