Musica
CONCERTO IN QUINTETTO

Camerino (MC), teatro Filippo…

Camerino (MC), teatro Filippo…
Camerino (MC), teatro Filippo Marchetti, “Concerto in Quintetto” di Nicola Piovani BISOGNO DI “SILENZIO” E NECESSITA' DI TEATRO “Il Concerto in Quintetto propone brani scritti per il cinema, il teatro, la televisione, appositamente rivisitati e riarrangiati da Nicola Piovani in versione da piccolo gruppo di solisti, fra i quali spicca il ruolo del pianoforte, suonato dall'autore”. Così il programma di sala introduce il concerto che ha aperto nel teatro comunale tutto esaurito il Camerino Festival 2009, rassegna internazionale di musica e teatro da camera giunta alla ventitreesima edizione che si tiene nella città ducale in alcuni luoghi del centro storico. Piovani ha aperto la serata con un assolo al pianoforte, “Poeta delle ceneri”; ne “Il pianino delle meraviglie”, che ha i ritmi dei film comici muti degli anni Venti, si uniscono gli altri musicisti, Gianluca Pallocca al contrabbasso, Pasquale Filastò alla chitarra classica, Cristian Marini alle percussioni e Marina Cesari al clarino. Quindi un medley per Nanni Moretti con “La stanza del figlio”, “La messa è finita”, “Il valzer della cioccolata” innervato dalla fisarmonica di Marini, e ancora “La messa è finita”. Piovani racconta che ha spesso scritto musiche per il cinema, imprigionate nella pellicola, musiche che nei concerti si prendono una libera uscita per esibirsi live a teatro; ne approfitta per insistere sul primato dello spettacolo dal vivo rispetto alla televisione e ai mezzi di riproduzione, perchè il magico contatto che si crea fra chi si esibisce e il pubblico presente è insostituibile e irripetibile. Poi un omaggio a Fabrizio De Andrè e alla sua opera libertaria, ancora più attuale in questo oggi dominato da un'aria che si è ristretta, si è “imbigottita”: la suite da “Non al denaro, non all'amore né al cielo” ha preceduto la “Storia di un impiegato” dominata dal flauto dolce di Marina Cesari. Il nuovo arrangiamento della musica di Annozero suona particolarmente teso grazie al suono elettronico della tastiera, rendendo sempre alla perfezione il clima di indagine scomoda (per qualcuno) e necessaria (per altri) della trasmissione di Michele Santoro (a tale proposito consiglio la lettura di Annozero, pubblicato da Chiarelettere, che raccoglie gli interventi di Marco Travaglio e Vauro in tre anni di trasmissione). “La melodia sospesa”, come dice il titolo, non finisce, ma lascia un accordo in sospeso. La dolcezza de “La vita è bella” viene seguita da una lunga suite sui miti greci: “I Dioscuri” con contrabbasso e violoncello pizzicati, “Il volo di Icaro” col clarino sul ritmo dato da contrabbasso e batteria, “Narciso” con pianoforte e contrabbasso sullo sfondo del sax che si alterna al clarino e, per alcuni brevi istanti, all'organo, “Eco” che si strugge nel clarino e nell'oboe e il finale in crescendo ballabile con “La vendetta degli Dei”. Al termine della lunga suite, che musicalmente mi ha convinto meno degli altri brani, Piovani ha spiegato in modo piano e comprensibile le storie dei miti musicati, aggiungendo ironici e appropriati agganci alla politica e alla scienza attuali, dimostrando, se mai ce ne fosse stato bisogno, la forza imperitura della mitologia greca, che, come diceva Joyce, ci parla non del destino dell'uomo ma del destino di tutti gli uomini. Il programma ufficiale termina, in modo particolarmente significativo, con “La voce della luna”, l'ultimo film di Federico Fellini, che si chiude con “eppure io penso che se ci fosse un po' più di silenzio, se tutti facessimo un po' più di silenzio, qualcosa potremmo capire”. La voce di Roberto Benigni sul gracidare delle rane chiude il film e il concerto. Poi Nicola Piovani parla a lungo della preoccupante situazione attuale italiana, del problema di non avere un rapporto riflessivo con i fatti e con la realtà, del fatto che la televisione provoca una “vertigine” o, come la definisce Gillo Dorfles, un “fracasso mediatico” che impedisce di riflettere, di capire, di criticare (intendo “critica” in senso etimologico come “giudizio argomentato su un fatto”). Il calore del pubblico impone l'esecuzione di tre bis: lo struggente, sognante “Caro diario”, il ritmato “Tango della cimice” ed un nuovo brano in preparazione per un film francese non ancora uscito. Non manca un apporto significativo, tra enormi applausi del pubblico, a sostegno della protesta conto i tagli scellerati operati dal governo al Fondo Unico per lo Spettacolo, tagli che sono una goccia nell'oceano del bilancio dello Stato ma che metteranno in ginocchio teatri, musica e cinema (ma non la televisione), un atteggiamento del governo che Piovani definisce “stupido e delinquenziale”. Aggiungo io, per dare l'idea, che i tagli sono circa 100 milioni di euro e il governo approva in questi giorni uno stanziamento di 530 milioni di euro per il sostegno alle missioni dei soldati italiani all'estero, tra cui nella guerra in Afganisthan (perchè di guerra trattasi, come da tempo sostiene anche Lucio Caracciolo, direttore di Limes, nello stupore che ancora venga propinata al pubblico televisivo in altro modo). Piovani conclude dicendo: “qualcuno sostiene che quel che non passa in televisione non esiste: ebbene questa sera io sono stato contento per due ore di non esistere, oppure di de-sistere”. Sugli applausi scroscianti e interminabili del pubblico Piovani ed i musicisti si congedano con “Il trenino delle meraviglie”. Il Camerino Festival prosegue con altri appuntamenti interessi, tra cui il Trio di Parma che segue musiche di Haydn, Mendelssohn e Ravel (teatro, 31 luglio), Alexander Lonquich a quattro mani con Cristina Barbuti alle prese con Schubert (teatro, 2 agosto), musica barocca al castello di Lanciano (8 agosto), Roberto Prosseda (teatro, 9 agosto), Svoboda-Ottaviucci (sala consiliare del palazzo comunale, 13 agosto) e Rava-Bollani (teatro, 18 agosto). Visto a Camerino (MC), teatro Filippo Marchetti, il 27 luglio 2009 FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al Duse di Bologna (BO)