Musica
CONCERTO RENéE FLEMING

La regina del MET sulle rive del lago

La regina del MET sulle rive del lago

Renée Fleming è uno dei soprani più affascinanti del panorama lirico mondiale, indiscussa Regina del Metropolitan, soprannominata “the beautiful voice“per l’inconfondibile impasto timbrico di seta e miele, famosa, oltre che per la voce, per la bellezza aristocratica e un raffinato gusto interpretativo. Sophisticated lady, icona di eleganza per cui sono stati creati profumi, fiori e persino un dessert, amatissima negli Stati Uniti dove presenzia le occasioni ufficiali (ha anche cantato per l’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca), ha raggiunto l’apice della carriera alla soglia dei cinquanta anni e come la Marescialla del Rosenkavalier , uno dei suoi ruoli chiave, emana tutto il fascino di una bella donna matura.

Renée Fleming canta raramente in Italia, risulta quindi particolarmente importante la sua presenza a Torre del Lago in un concerto di Gala, prima data italiana di un doppio appuntamento che la vedrà il 3 agosto al “Tuscan Sun Festival” di Cortona. Bellissima, fasciata in un abito da sera rosso con una lunga stola di tulle color cipria, i capelli biondi dalla piega perfetta, il volto d’angelo, è fedele all’immagine patinata che l’ha consacrata Diva ed anche il programma inusuale riflette l’immagine di artista “colta” che la Fleming ha costruito nel tempo e dà un’idea dell’eclettismo di una cantante capace di spaziare dai ruoli di coloratura al repertorio francese, a opere contemporanee di cui ha interpretato prime esecuzioni assolute, fino alla recente incursione nel rock indipendente, come dimostra l’ultimo disco “Dark Hope” dove si cimenta con pezzi di Jefferson Airplane, Peter Gabriel e Leonard Cohen.

Il recital si apre con un’aria tratta dalla rara “Cléopâtre “di Massenet, dove sfoggia varietà di mezzetinte e un registro centrale voluttuoso; si passa poi all’aria dei gioielli dal “Faust” di Gounod dove si apprezza, oltre alla coloratura e la precisione dei passaggi, un gusto sorprendente per la fioritura. Seguono brani di compositori minori della Giovane Scuola italiana che la Fleming valorizza con un’esecuzione raffinata, ricca di colori e di accenti, priva di sbavature, ma mai manierata. Quello che le si può rimproverare, considerato il tipo di pubblico e di contesto, è l’aver scelto pagine decisamente minori senza alcuna concessione a Puccini: la Bohème proposta è quella di Leoncavallo di cui interpreta con notevole musicalità “Musette svaria sulla bocca viva” e "Mimì Pinson, la biondinetta" e di Umberto Giordano sceglie l’arioso di “Siberia” ( "No! Se un pensier … Nel suo amore rianimata") di cui traduce tutto lo struggente abbandono.

Nella seconda parte il recital raggiunge il clou con l’esecuzione di tre Lieder di Richard Strauss (Ständchen, Freundliche Vision, Zueignung) dove la voce perfettamente modulata trova splendidi affondi nel registro grave e accarezza note e parole con sensualità vellutata, comunicando un senso di malinconia misto a nostalgia autenticamente straussiani.
Dopo una sentita interpretazione delle canzoni popolari americane “River Songs” di Grusin, è la volta di “My Fair lady”, eseguita con leggerezza da operetta e la Fleming chiede al pubblico di cantare con lei la seconda strofa di” I could have danced all night “. Come bis propone un “ O mio babbino caro” ben cesellato, seguito dal bolero dei Vespri Siciliani (in cui si percepisce qualche forzatura nelle note più alte) ed infine “Summertime”, cantato con voce autenticamente lirica e in tessitura più acuta, in onore della serata estiva e delle sue prime esperienze musicali nel jazz a inizio carriera.
Peccato che la luna e le placide acque del lago non le abbiano suggerito “Rusalka”, uno dei suoi ruoli d’eccezione.

Il recital è stato inframmezzato da pagine sinfoniche tratte da opere liriche (Fanciulla del West, Manon Lescaut, Carmen, Tannhauser, Nabucco, ma anche l’intermezzo di Mameli di Leoncavallo) nella cui direzione si sono alternati Alberto Veronesi (che ha principalmente diretto l’orchestra per accompagnare la cantante) ed il compositore-direttore quattordicenne Anthony Arcaini, di cui è stato eseguito in apertura un breve pezzo sinfonico,“A dream of Tuscany” , composto per l’occasione. Sarà il tempo a decretare se il ragazzo prodigio ha davvero talento, nutriamo qualche perplessità nell’abbinare nella stessa serata un’artista di spiccata maturità interpretativa a un giovane esordiente, per quanto dotato possa essere .

Un pubblico eterogeneo e numeroso è rimasto ammaliato dalla Diva, alcuni avrebbero preferito misurarne le doti in altro repertorio, altri la seguiranno a Cortona il prossimo 03 agosto al Tuscan sun festival.

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