Non è frequente incontrare nel panorama musicale di oggi una voce di autentico contralto e Sara Mingardo possiede questo raro dono. Una estensione sorprendente e una partecipazione intensa e sofferta allo spirito dei brani che porge fanno di ogni suo concerto un evento imperdibile. Insieme all’Accademia degli Astrusi diretta da Federico Ferri, la cantante ha presentato al pubblico dell’Istituzione Universitaria dei Concerti della Sapienza un pomeriggio di rare perle barocche, tra sacro e profano.
Nel XVIII secolo le capitali della musica in Italia furono Napoli e Venezia, città in cui erano presenti numerose istituzioni religiose e caritatevoli che accoglievano giovani orfani. Il sempre più diffuso insegnamento della musica in queste istituzioni ne fece una vera e propria fucina di talenti che venivano impegnati nelle frequenti occasioni liturgiche in chiesa e soprattutto nei numerosi teatri, dove c’era per gli autori dell’epoca la possibilità di veder riconosciuto anche economicamente il proprio lavoro. Antonio Vivaldi e Baldassarre Galuppi inoltre, grazie ai numerosi viaggi, contribuivano a diffondere il gusto italiano presso le corti europee e ricevevano in patria e fuori commesse per composizioni dei più diversi generi sia profani che religiosi.
Nel concerto sono state eseguite di Vivaldi la Sinfonia a 4 in si minore “Al Santo Sepolcro” per archi e basso continuo RV169, caratterizzata da una articolata fuga nel secondo movimento “Allegro, ma poco”, il Concerto “Madrigalesco” in re minore per archi e basso continuo RV129 dove le fughe sono addirittura due, su temi che erano già apparsi in opere sacre. Di Galuppi è stato eseguito il Concerto in sol minore per archi e basso continuo tripartito, tipico esempio del genere più praticato in quell’epoca. La piccola orchestra Accademia degli Astrusi, di recente costituzione, offre un suono barocco impeccabile, purtroppo non aiutato dalla vastità dell’ambiente della grande Aula Magna della Sapienza.
Alternati ai brani orchestrali, quelli che vedono protagonista la voce di Sara Mingardo sono i più suggestivi della serata. Di Giovanni Battista Pergolesi, marchigiano ma napoletano di adozione, “Salve Regina” in fa minore per contralto, archi e basso continuo fa rivivere le emozioni del coevo Stabat Mater. Di Galuppi “A rupe alpestri” Aria per contralto archi e basso continuo permette al nostro contralto di esibire la sua tecnica sopraffina, i frammenti all’unisono con gli archi e le escursioni nei registri estremi regalano molti brividi. Di Vivaldi la cantata profana “Cessate, omai cessate” per contralto, archi e basso continuo RV 684, caratterizzata da un incisivo recitativo iniziale di grande teatralità, incanta il pubblico con le evoluzioni degli strumenti e della voce che descrivono con efficacia il dramma dei sentimenti espresso nel testo.
Applausi intensi e commossi alla cantante e all’orchestra, i quali ripagano con un cavallo di battaglia emozionante, “Ombra mai fu” dal Serse di Haendel.
CONCERTO SARA MINGARDO
Il vero contralto
Visto il
al
Università La Sapienza
di Roma
(RM)
Concerto Sara Mingardo