Musica
CONCERTO TEMIRKANOV

L’ottavo concerto de…


	L’ottavo concerto de…

L’ottavo concerto della stagione sinfonica del Teatro La Fenice di Venezia vede il ritorno sul palcoscenico lagunare di un grande direttore, riconosciuto a livello internazionale. Si tratta di Yuri Temirkanov che riceve, in quest’occasione, il noto premio “Una vita nella musica” fondato nel 1979 da Bruno Tosi per celebrare le personalità più illustri in ambito mondiale. Come omaggio al teatro che l’ha accolto, per la prima volta, più di quarant’anni fa, Temirkanov ha guidato un concerto particolarmente stimolante. In apertura si è ascoltata la Sinfonia in sol maggiore Hob. I:94 La sorpresa di Haydn. Composta durante il periodo londinese (la prima esecuzione ebbe luogo il 23 marzo 1792), la sinfonia mostra le caratteristiche peculiari dello stile maturo dell’autore, capace di assecondare i gusti del raffinato pubblico inglese. La partitura prevede un nutrito organico: l’orchestra della capitale anglosassone era costituita da virtuosi e compositori di rango per i quali Haydn ha ideato una serie di effetti degni delle innovazioni future. A seguire è stato presentato il Concerto per pianoforte, orchestra d’archi e tromba in do minore op. 35 di Dmitrij Šostakovič. L’intento, espresso dallo stesso musicista, di colmare il vuoto di grandi lavori da concerto, in territorio russo, portò all’ideazione di un ciclo di opere completamente votate all’esaltazione della tradizione autoctona. All’interno dell’ampia composizione, che assicura al pianoforte un ruolo di spicco, mentre la tromba, pur presente, si limita a commentare senza invadenza, vi sono evidenti citazioni beethoveniane, haydniane e di brani popolari d’origine ebraica. Le caratteristiche tipiche dello stile vivido, caricaturale e scherzoso emergono lampanti nella composizione che esordì il 15 ottobre 1933 a Leningrado, con lo stesso Šostakovič al piano. La seconda parte della serata è stata interamente occupata dalla Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 di Johannes Brahms. Il monumentale lavoro sinfonico ben si inserisce nel contesto tardoromantico che permea di spunti l’attività del musicista. Accolta favorevolmente già al debutto, il 30 dicembre 1877 a Vienna, l’opera venne apprezzata in particolare per spontaneità e immediatezza, caratteristiche che suscitarono l’accostamento con illustri predecessori quali Beethoven e Schubert. Gli ampi orizzonti offerti dal programma paiono congeniali a Temirkanov il quale dimostra di padroneggiare appieno i differenti linguaggi compositivi. Se con Haydn e Brahms emerge la compostezza e un certo rigore nel gesto, al cospetto del conterraneo Šostakovič il direttore esibisce un’affinità palpabile che si misura non solo con l’estrema attenzione ai dettagli ma anche con l’espressività di corpo e sguardo. L’Orchestra del Teatro La Fenice, nonostante qualche sbavatura, segue con disinvoltura le indicazioni, trovando una compattezza indispensabile alla buona resa complessiva. Il Concerto dell’autore sovietico ha impegnato il trombettista Piergiuseppe Doldi, prima parte della compagine veneziana, e il pianista Alexander Gadjiev. Quest’ultimo, vincitore della XXX edizione del “Premio Venezia”, ha dato prova di rigore tecnico e estrema elasticità interpretativa. La calorosa accoglienza del pubblico è stata ripagata dall’esecuzione di un piccolo estratto da Bunte Blätter, op. 99, di Robert Schumann. Teatro gremito e riconoscente verso gli esecutori.

Visto il
al La Fenice di Venezia (VE)