Genova, teatro Carlo Felice, “Voci per un grande teatro”
BELCANTO LIGURE
A Genova, per il ciclo di quattro concerti “Voci per un grande Teatro” proposto dal Carlo Felice per aiutare il teatro a superare l’attuale periodo di crisi con il contributo gratuito di grandi artisti, Mariella Devia ha offerto la sua voce per un concerto dedicato al belcanto, suo repertorio d’elezione, in un programma in cui si sono alternate pagine strumentali ad arie di opere di Donizetti, Bellini, Mozart e Rossini.
La cantante è stata accolta da applausi di gioia e gratitudine, a conferma della particolare stima che nutre verso di lei il pubblico genovese, accorso numeroso per rendere omaggio alla primadonna riservata e discreta, che dell’origine ligure ha conservato l’understatement e l’atteggiamento schivo, un’anti-diva che ci ricorda quanto possano lo studio, l’impegno e la serietà per una lunga carriera.
Il tempo ha giocato a favore della Devia, attenuandone la freddezza e i limiti scenici senza incrinare la perfezione vocale e, ancora una volta, è pronta a stupirci con la purezza del suo canto, composta e regale come un’ eroina donizettiana nell’elegante abito da sera colore cremisi che, con un pizzico di civetteria, scopre le spalle.
Dopo l’ouverture di Anna Bolena, esordisce con la scena finale della stessa opera (“Piangete voi....coppia iniqua”) per dimostrare come la tecnica perfetta, il canto sulla parola, i giusti accenti drammatici, possano essere fonte di autentica emozione, traducendo con la purezza di suono passioni e sentimenti senza inutili effetti.
Un’altra regina entusiasma il pubblico (“D'un cor che muore.... Ah se un giorno da queste ritorte”, da Maria Stuarda) per i bellissimi passaggi, la precisione che si fa naturalezza con cui risolve i cambi di registro senza pause e cesure, assottigliando e rinforzando il suono con il proverbiale controllo del fiato per rendere il continuum del melodiare donizettiano, sublimando nel canto dolce mestizia e regale sdegno.
Equilibrati e precisi i duetti “Sì fuggire “ dai Capuleti e i Montecchi, di levigatezza neoclassica, e il liricissimo “Ah guarda sorella“ da Così fan tutte, con la partecipazione di Elena Belfiore, giovane mezzosoprano genovese dalla voce omogenea di bel timbro, centri morbidi, gravi pieni e facili acuti. Comprensibile la “prudenza” con cui la promettente cantante ha risolto le agilità di “Una voce poco fa” del Barbiere di Siviglia, il suo unico pezzo solistico.
Discreta la prova del Coro negli interventi di accompagnamento alla voce solista; penalizzato dall’esecuzione solo concertante il brioso siparietto tratto dal Don Pasquale “Che interminabile andirivieni”.
Giampaolo Bisanti si è distinto per una direzione particolarmente partecipe e sensibile nell’accompagnare la primadonna, anche se un po’ discontinua nei tempi nella concertazione delle pagine strumentali.
Alla fine concesso solo un bis ,l’unico vezzo da diva, accomiatandosi con un “Casta Diva” da brividi, malinconico e trattenuto, dai fiati lunghissimi e legato d’alta scuola.
Visto a Genova, teatro Carlo Felice, il 16 Giugno 2009
Ilaria Bellini
Visto il
al
Carlo Felice
di Genova
(GE)