Danza
COPPéLIA

Milano, teatro alla Scala, “C…

Milano, teatro alla Scala, “C…
Milano, teatro alla Scala, “Coppélia”, musica di Léo Delibes, coreografia di Derek Deane LA FABBRICA DEGLI AUTOMI Un filo lega in questo febbraio il Regio di Torino alla Scala; sotto la Mole si sono appena concluse le recite di Les Contes d'Hoffmann e a Milano debutta Coppélia, entrambi tratti dal racconto “L'uomo della sabbia” di E.T.A. Hoffmann. Coppélia è una bella ragazza, di cui Franz si invaghisce, suscitando la gelosia di Swanilda; ma Coppélia è anche la figlia di Coppélius, misantropo ed eccentrico anziano inventore. In verità Coppélia è un automa, una bambola meccanica (come Olympia). Nel racconto l'uomo di sabbia, il dottor Spallanzani (che sarà il papà di Olympia), ruba gli occhi ai bambini per portarli a Coppélius, in quanto la bambola può nutrirsi solo della vita degli altri (Coppélia ha gli occhi finti, di smalto). Il balletto (1870) è tratto da un lavoro teatrale di Jules Barbier e Michel Carrè del 1851 (a sua volta tratto da Hoffmann) a cui certamente assistette il compositore, che, invece, edulcora la vicenda, portandola dal nero e gotico tema hoffmanniano al solare e rosa e il sottotitolo del balletto “La fanciulla dagli occhi di smalto” lo ricollega alla sua origine letteraria. Ma il lavoro teatrale è l'anello di congiunzione anche con l'opera lirica: Offenbach assistette alle recite teatrali e ne trasse ispirazione per il suo capolavoro, rappresentato postumo nel 1881. Balanchine diceva che “se Giselle rappresenta la grande tragedia del balletto, Coppélia è la sua grande commedia”. La coreografia di Derek Deane è nel segno della tradizione e mostra un equilibrio perfetto tra danza e pantomima; gli assoli sono pieni di forza e sentimento, belli i movimenti di assieme. La musica di Delibes (direttore David Coleman), facile, ricca di motivi orecchiabili (a cui la pubblicità ha attinto a larghe mani) e di brani di gusto popolaresco (le famose mazurche e czarde) contribuisce alla costruzione coreografica. Deane è fedele all'originale, il soggetto è spiegato nei dettagli e curatissima è la recitazione. Ma il principale motivo di successo è che la coreografia è sì tradizionale ma evidentemente pensata da un contemporaneo, con una attenzione massima alle sfumature sentimentali, espresse in dettagli nella gestualità e nella mimica, soprattutto nel rapporto tra i fidanzati e tra Swanilda e le amiche, indagati e presentati in maniera modernissima e sfaccettata. Luisa Spinatelli ha pensato una scenografia realistica, particolarmente bella ed adatta alla creazione di Deane. Il velatino mostra un paesaggio di grano dorato con pagliai dominato da un cielo corrusco, come osservato dal giardino di casa, che si intravede in un angolo a sinistra prima della staccionata. Nel primo e terzo atto la piazzetta di un villaggio tedesco ha una chiesa neogotica dall'alto campanile sullo sfondo, la casa di Swanilda è a sinistra e a destra il laboratorio di Coppélius e l'osteria (le case sono affrescate all'esterno e, ovviamente, quella dell'inventore ha il balcone dove Coppélia è affacciata, apparentemente intenta a leggere un libro). Il laboratorio di Coppelius è pieno di automi, bambole e oggetti meccanici. Sono questi di straordinaria fattura, tanto che meriterebbero una esposizione nel foyer del teatro per poterli ammirare da vicino, come nella bella foto sulla copertina del programma di sala. Antonella Albano è una Swanilda convincente e dalle notevoli capacità attoriali, tecnicamente ineccepibile ma senza l'allure della prima ballerina. Mick Zeni unisce flessuosità ed elasticità fisica a espressività, rendendo alla perfezione un Franz dall'innamoramento facile ma che nutre un affetto profondo per la fidanzata. Vittorio D'Amato è un sinistro Coppélius che nasconde una profonda solitudine ed il cui comportamento distante e respingente è dettato dalla timidezza e non da vera misoginia. Un ruolo importante hanno le amiche della protagonista, qui le brave Emanuela Montanari, Deborah Gismondi, Lara Montanaro, Daniela Cavalleri, Serena Sarnataro e Christelle Cennerelli. Adeguate Sophie Sarrote (Aurora), poco precisa nel finale, e Gilda Gelati (Luna). Con loro il corpo di ballo del teatro. Teatro gremito, molti stranieri e tanti bambini, tutti coinvolti dallo spettacolo. Applausi a profusione e pubblico soddisfattissimo. Visto a Milano, teatro alla Scala, il 19 febbraio 2009 FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)