Danza
COPPéLIA

Vita e fortuna di una bambola

Vita e fortuna di una bambola

Parma, teatro Regio, “Coppélia” di Léo Delibes, coreografia Ronald Petit

VITA E FORTUNA DI UNA BAMBOLA

La coreografia di Coppélia è stata creata nel 1975 da Petit per il suo Ballet de Marseille e trasferisce l'azione negli anni della belle époque, ambientandola in una cittadina di guarnigione fra soldati e damine. Del capolavoro romantico conserva la partitura musicale di Delibes e l'ispirazione fantastica del racconto di Hoffmann.
Definito da Petit un “balletto pantomima”, la sua Coppélia mette in scena una commedia degli equivoci amorosi tra tre protagonisti. Coppelius (qui non tanto eccentrico e solitario quanto gentiluomo in frac, affascinante e seducente), un creatore di automi di ridleyriana memoria, è incapace di dichiararsi alla bella Swanilda e per questo ne costruisce una copia, Coppélia, che colloca sul balcone di casa e venera ossessivamente; Swanilda è invece innamorata perdutamente dell’aitante Franz, che però la ignora condividendo la passione di Coppelius per il manichino esposto sul balcone. Franz scopre un giorno di amare Swanilda e i due abbandonano lo sconsolato Coppelius al suo manichino inanimato. Felicità mista a tradimento, insomma.
Questo bizzarro intreccio amoroso, tratto in origine da un racconto di Hoffmann avente connotati più macabri, è stato rivisitato in chiave più ironica e divertente dal coreografo francese. Accolto dalla musica molto prima che si alzi il sipario, lo spettatore ha da subito l’impressione di trovarsi all’interno di una “magic box”, un carrillon incantato che per due ore ne cattura magneticamente l’attenzione. La scenografia è volutamente essenziale e lineare per dare risalto all’originale relazione tra Coppelius, Swanilda e Franz; il primo e il terzo atto hanno come sfondo la facciata spoglia della caserma e il balcone di Coppelius, il secondo è ambientato nella casa-laboratorio di Coppelius: nella scena e nei costumi di Ezio Frigerio (Coppelius e Coppelia a parte), dominano colori chiari dai toni non troppo accesi.
Molto applaudita e invocata dal pubblico Adeline Pastor, una Swanilda capricciosa, ruolo dove la ballerina mostra di saper tenere la scena con autorevolezza e decisione. Applausi per Tomas Ottych, chiamato al non facile confronto nel ruolo di Coppelius nella replica con un grande come Luigi Bonino. Bene Breno Bittencourt nel ruolo del vivace e scapestrato Franz. Appropriato il corpo di ballo del teatro di Essen, che si sta distinguendo nel panorama europeo.
Accoglienza calorosa e folto pubblico per questa prima nazionale messa in scena al Regio di Parma dall’Aalto Ballet Theater di Essen diretto da Ben Van Cauwenbergh.
La rassegna Parmadanza prosegue con Shen Wei, Certe notti dell'Aterballetto e Giselle del Bol'šoj di Mosca.

Visto il
al Regio di Parma (PR)