The Country, singolare testo teatrale del drammaturgo britannico Martin Crimp, in tournee per il secondo anno consecutivo, è produzione del Teatro Stabile dell’Umbria/Fondazione Brunello Cucinelli in collaborazione con Nuovo Teatro.
Lo spettacolo mette in scena una coppia, ormai logora e infelice, complice del proprio decadimento morale e umano. È una storia di menzogne, omissioni, false promesse, di ipocrisie, di rapporti torbidi e sbilanciati: è una storia di un amore singolare, a tratti distruttivo, tra un uomo e una donna “in attesa di redenzione”, come scrive nelle note di regia, il regista, Roberto Andò.
Martin Crimp è uno degli autori di spicco della scena inglese contemporanea, grazie ad alcuni testi particolarmente significativi. Nei suoi lavori troviamo lo smarrimento e la confusione, nonché la perdita d’identità e di valori dell’uomo contemporaneo, la difficoltà ad aderire a determinati valori, a determinate regole, imposte dalla società, ma a cui la società stessa non presta fede. Crimp analizza l’agire umano contemporaneo, segnato da una profonda perdita di morale, religione, etica e senso, appropriandosi del contemporaneo, facendolo suo, per compiere una lucida e dura riflessione sui rapporti umani, sul valore e le implicazioni del potere, sul sesso, e nello specifico in The Country utilizzando una forma narrativa e drammaturgica molto vicina alla soap-opera, in bilico tra corruzione e malattia, tra l’inadeguatezza del vivere e la morbosità dei rapporti, il tutto attraversato da un ipocrisia, diventata ormai parte integrante del vivere contemporaneo. Il suo linguaggio è fortemente legato alla realtà grazie all’utilizzo di una feroce ironia – tipica della drammaturgia inglese, da Beckett a Pinter, sebbene cerchi sempre di trovare una dimensione poetica utilizzando un linguaggio aulico e retorico. Il testo è linguisticamente costruito in modo tale da far capire verità diverse, contrastanti rispetto a quelle enunciate dai personaggi, quando invece l’iterazione tra i personaggi avviene utilizzando monosillabi e atteggiamenti criptici è per esprimere l’assurdità della vita in un mondo privo di reale comunicazione.
La storia è uno sguardo in un interno borghese, tra i resti di un matrimonio ormai giunto al collasso. Un testo spietato e duro che analizza le dinamiche e i retroscena che si celano dietro la facciata della tipica famiglia della middle class occidentale, senza giudizi né possibilità di salvezza o riscatto. Lo spettacolo è dominato da un’atmosfera violenta, mai dichiarata apertamente, ma sempre percepita. Protagonisti di The Country sono una coppia benestante di mezza età: la storia si svolge in una bella casa della campagna inglese dove i due protagonisti, Richard e Corinne - marito e moglie, si sono trasferiti forse per ritrovare l’intesa e la sintonia di una volta, forse per uscire dagli schemi di una quotidianità ordinaria e fortemente ipocrita.
In realtà, ben presto si scopre che il loro trasferimento è mosso da un inganno ideato da Richard ai danni della moglie, infatti era il modo per poter stare più vicino alla giovane amante.
Una sera Richard trova una ragazza svenuta sul ciglio della strada, in quanto medico si sente in dovere di soccorrerla: la carica in auto e la porta a casa, dove ad attenderlo ci sono Corinne e i figli. Ma chi è questa ragazza di nome Rebecca? Perché l’ha portata a casa invece di portarla in ospedale? Si tratta dell’amante? A causa di questo imprevisto, che non permette a Richard di fare visita a un paziente - che nel corso della notte morirà, il dottore rischia di mettere a repentaglio la sua reputazione e la sua carriera.
L’incontro tra Corinne e Rebecca sarà risolutivo? Sarà uno scontro?
Approfittando di un'altra visita a domicilio del marito, Corinne si intrattiene con l’ospite, la conversazione in apparenza banale e di circostanza progressivamente si anima, sfogando in un vero e proprio scontro verbale in cui emergono molteplici verità – a tratti contraddittorie - e possibilità sul vero rapporto tra Richard e la giovane donna, Rebecca. Al termine del confronto Corinne lascerà con i figli la casa di campagna che, per i seguenti mesi, sarà abitata dai soli Richard e Rebecca, impegnati in un rapporto verbale conflittuale e contrastante, che non farà altro che gettare ulteriore ambiguità e confusione sul loro rapporto.
Nell’epilogo troviamo la scena iniziale, Richard e Corinne, il quadretto di una famiglia unita, che sembra felice - è come se non fosse successo nulla. Corinne è tornata a casa, non si sa se perché mossa da un profondo amore che la lega a Richard, al punto da riuscire a perdonarlo o solo per mantenere le apparenze, per proseguire la finzione ipocrita che di fatto il loro matrimonio è. È il giorno del compleanno di Corinne, durante il suo ultimo monologo si percepisce un’angoscia latente, la consapevolezza di una colpa con cui dovranno fare i conti ogni giorno.
La parola che riassume il testo di Martin Crimp e lo spettacolo di Andò è ambiguità, ambiguità delle relazioni tra i personaggi, dei personaggi stessi – ogni parola pronunciata elude il suo significato, ne sottende altri, allude e mai si dichiara per quella che è.
Il ritorno del regista Roberto Andò alla drammaturgia contemporanea è poco incisivo e convincente, complice un testo complesse ed ostico come “The Country” di Martin Crimp. La sua regia è scarna, minimalista, essenziale, segue troppo fedelmente la trama della pièce, senza osare né reinterpretare, rischiando così di non dare alcun taglio personale allo spettacolo – che a tratti risulta noioso e faticoso.
Le due donne della compagnia, Laura Morante e Stefania Ugomari Di Blasi, raccontano due personaggi estremamente complessi e ricchi di sfaccettature con grazia, passione e il giusto distacco; Gigio Alberti è Richard, un personaggio ambiguo, fin troppo dimesso, che viene disegnato dall’attore con equilibrio e intelligenza. I personaggi di The Country si trovano a confrontarsi con i sentimenti ormai sopiti, spenti che la vita, le circostanze li ha obbligati a sopportare. Sono abili a fingere i sentimenti, l’amore, il rispetto, sono ossessionati dalla reputazione, che non va messa a repentaglio per nessuna ragione, perché è ciò che serve per fare soldi, per appartenere a una determinata classe sociale, alla borghesia che conta.
Laura Morante interpreta con eleganza e particolare sensibilità Corinne, moglie ormai disincantata, ma non ancora rassegnata, consapevole delle debolezze del marito e delle sue bravate, complice delle sue nefandezze, che sopporta tutto stoicamente per mantenere le apparenze, per continuare a vivere nell’agiatezza economica, per non perdere lo status sociale faticosamente raggiunto. Gigio Alberi interpreta con una teatralità straniante Richard, il marito schiavo dei vizi, che tenta con maldestro impegno a nascondere l’impossibile, uomo debole, che subisce le conseguenze delle sue azioni, senza prendere mai una posizione precisa, restando sempre in bilico - non vuole affrontare la realtà, i problemi. È una figura di una comica ironia, ma anche spietata: è un uomo che tradisce la moglie, che ha corrotto una ragazza giovane e che in fondo ama solo sé stesso. Stefania Ugomari Di Blas, giovane attrice di talento, interpreta Rebecca, la giovane amante, con intelligenza e intensità, un personaggio passionale, a tratti disperato, che ha ormai perso la sua innocenza e ingenuità e si trova a doversi muovere in un mondo ormai inquinato, dove regna la finzione e l’ipocrisia.
Lo spettacolo è pervaso da un’atmosfera di attesa estenuante, il ritmo è lento, dilatato: assistiamo a una sorta di partita di scacchi, che si muove tra il drammatico e l’ironico; un’indagine sulla capacità o incapacità di amare, di vivere una relazione sentimentale – che si basa su equilibri fragili e precari. The Country è una partita a tre in cui Laura Morante, Gigio Alberti e Stefania Ugomari di Blas riescono a muoversi con bravura e garbo, riuscendo a districarsi con abilità dalle zone d’ombra di un testo complicato, faticoso e ambiguo. Il merito dei tre interpreti è di essere riusciti ad affrontare ruoli così impegnativi con controllo, padronanza scenica e ironia, dando ai personaggi spessore e veridicità.