Lavoro suggestivo e interessante questo Crash Flight di Ondadurto Teatro che unisce e propone al pubblico competenze diverse tutte squisitamente teatrali.
Dal mimo alle capacità atletiche da performer, da quelle dei giocolieri a quelle fisiche della danza, dalle scene mobili meccaniche agli effetti pirotecnici, i quattro interpreti di Crash Flight presentano uno spettacolo ad alto contenuto performativo che richiede una precisione e una pulizia nell'esecuzione notevoli raggiunta con notevoli risultati.
Su una linea narrativa esile ma immediatamente riconoscibile, a cavallo tra il sogno della memoria e i racconti semplici del cinema delle origini (con un preciso e tenero riferimento a Chaplin) la vita immobile e faticosa di un vecchietto che si addormenta (o forse muore...) si trasforma nel racconto di una seconda giovinezza la spensieratezza di una gioventù spesa tra il disimpegno del bighellonare e l'amore per una giovane ragazza.
Una vita di possibilità pensate, temute, immaginate, forse un po' discutibili nella distribuzione dei ruoli (la donna amata e madre, l'uomo esploratore e temerario) che si incarna e vengono raccontate attraverso l'impiego di una scenografia dinamica, vere e proprie macchine sceniche che diventano parte integrante della performance.
Dai sipari mobili che nascondono momentaneamente alla vista i performer e la performer, che possono cambiare abito o posizione ad elementi scenografici (un tavolino, una sedia e un ombrellone) montati sopra una postazione mobile, dove staziona il vecchietto a inizio e fine performance, le mille invenzioni sceniche sono tutte costruite ad hoc a partire da materiali industriali, salvati dalla discarica, cui viene data nuova forma e nuova vita come un dolly cinematografico (una gru che serviva a sollevare la cinepresa per delle riprese dall'alto) impiegato qui come macchina che fa volare il giovane protagonista, un dolly, come ogni altra macchina scenica, manovrata a vista dagli stessi attori e dall'attrice di modo che le doti ginniche necessarie per manovrarle diventano parte integrante dello spettacolo.
Crash Flight integra nella performance quegli elementi di solito tenuti nascosti dietro le quinte, gli aspetti fatici dell'arte teatrale facendone uno dei fulcri del lavoro di ricerca teatrale proponendo un'estetica della collettivizzazione col pubblico anche di aspetti normalmente a loro preclusi.
Uno spettacolo popolare pensato per tutte e per tutti, rifacendosi al tempo in cui il teatro, proprio come il cinema, era davvero un'arte di massa, dove il pubblico si riversava in platea ad assistere insieme collettivamente, prima dell'avvento della tecnologia digitale che ci ha relegati a una visione individuale e autistica.
Ecco Crash Flight incarna il sogno analogico dell'uomo quando la tecnologia era un mezzo per raggiungere altro, il volo, una rappresentazione teatrale, l'intrattenimento, la felicità. Mentre oggi il digitale sembra essere lo scopo fine a se stesso e autocelebrativo della rappresentazione.
Crash Flight ci invita a spezzare le catene digitali e tornare insieme, uniti e unite da una compartecipazione che solo lo spettacolo dal vivo oggi riesce ancora a dare.