L’ottima regia di Creditori di Orlando Cinque esonda dagli argini del naturalismo teatrale per restituirci quelle che forse rappresentarono le reali intenzioni di Strindberg al momento della composizione di questa tragicommedia con cui il celebre drammaturgo svedese aprì una breccia decisiva nell’arte del nuovo secolo. In questo senso le indicazioni del testo in cui si fa riferimento ad una stanza d’albergo sono completamente messe da parte nella scena ideata da Luigi Ferrigno: una gabbia ferrosa, ideale spazio meta-teatrale, luogo a metà tra psicanalisi e macello dell’anima dove prende vita il fulcro della rappresentazione. Al centro di questo interessante esperimento teatrale che è Creditori, Orlando Cinque, pone come protagonista assoluta la parola incarnata nell’ottima interpretazione degli attori, riducendo al minimo gli effetti. Il sipario è aperto, gli attori sono seduti alle spalle della gabbia, illuminati in penombra, rendendo esplicita la finzione teatrale. Accompagnati dalle musiche di Luisa Boffa e Luca De Gregorio fanno per primi il loro ingresso Gustav e Adolf. La musica si interrompe di colpo e una potente luce al neon disegnata da Davide Scognamiglio illumina la scena e i conflitti tra i personaggi che si susseguono sulla scena. Adolf (Gabriele Russo) si confida con il suo nuovo amico Gustav (Orlando Cinque). Gli parla dell'immenso amore che nutre per la moglie Tekla (Roberta Caronia) e delle sue insicurezze rispetto alla relazione con lei – relazione che ha minato anche la sua salute. Dopo aver conquistato la fiducia di Adolf e aver acceso in lui la scintilla del dubbio, Gustav consiglia ad Adolf di mettere alla prova Tekla: prima osserverà l'amico nell'intimità coniugale, poi gli darà la possibilità di spiarla e di vedere com'è la sua donna quando lui non c'è. Gustav sembrerebbe avere a cuore la sorte del matrimonio di Adolf, ma non è per amicizia che ha architettato il suo piano. Attraverso una recitazione sempre ben calibrata che passa indistintamente dai toni della commedia pura a quelli più cupi della tragedia classica, Strindberg costringe gli attori a continue virate e bruschi cambiamenti che gli interpreti riescono a sostenere abilmente regalandoci il piacere di un gioco teatrale che lascia sempre alta l’asticella dell’attenzione. L’insaziabile e pervicace Gustav Cinque si fonde nell’ insicuro e tenero Adolf Russo, ed entrambi si sposano alla perfezione nella gelida quanto passionale interpretazione di Tekla Caronia donandoci un flusso ininterrotto di battute taglienti che vivisezionano senza pietà l’animo dello spettatore lasciandolo senza speranza fino alla fine. Creditori porta alla luce la reale natura dei rapporti umani tra uomo e donna il meccanismo di persuasione, la capacità di manipolazione e perfino il "cannibalismo" che talvolta caratterizzano questi rapporti. Creditori riesce a svelare in maniera cruda e diretta i misteriosi percorsi della psiche attraverso i quali un rapporto d'elezione può ridursi a una fredda contabilità degli affetti. Il risultato è uno spettacolo diretto, elegante, ma soprattutto onesto, dove la bravura degli interpreti e la parola risulta fondamentale per condurci per mano nella mente del grande drammaturgo riscoprendo il piacere del teatro.
"Ma non aver paura quando mi vedrai
dissezionare un'anima ed esporne le viscere sul tavolo,
la prima volta fa un po' paura, poi non potrai più farne a meno”
Da Creditori di August Strindberg