Nel 1955 Bateson e altri studiosi del gruppo Palo Alto erano impegnati in alcune ricerche sulla schizofrenia, in particolar modo sulla comunicazione nei contesti familiari. Da questi studi nacque la teoria del “doppio legame”, cioè un’interazione ambigua basata sul paradosso. Per esempio una madre dice al figlio di dover esprimere le proprie emozioni e lei rimane chiusa e distante, quindi la comunicazione verbale non coincide con quella paraverbale e la contraddizione genera smarrimento e conflitto. Immaginiamo, perciò, che cosa accadrebbe se da un lato desiderassimo il cambiamento e dall’altro fossimo prigionieri delle nostre abitudini? Si passerebbe dall’OPP(oturnità) all’OST(ascolo), così come i nomi dei protagonisti di Crisi – La pratica è perfetta, una commedia ironica e per alcuni tratti delirante che mostra come a fermare la nostra crescita siamo proprio noi stessi. Nell’etimologia greca “crisi” significa separare, distinguere, perciò la crisi ha lo scopo di porci davanti alla scelta: proseguire lungo lo stesso percorso o imboccare un’altra via?
La pratica perfetta dell’ironia
Lo scenario surreale con macchine da lavoro futuriste e oggetti abnormi dimostrano che la via d’uscita dalle angosce e preoccupazioni quotidiane sia l’ironia, pratica perfetta per arginare le ossessioni con la fantasia. Due personaggi che in realtà diventano uno solo, l’alter ego del protagonista che dice all’altro: “Sei tu il tuo ostacolo. Uccidi te stesso”. Il testo e la messa in scena divertono per le deliranti combinazioni e i buffi intermezzi, ma i temi – a partire dal titolo – toccano tematiche contingenti: le pressioni lavorative, eventuali trasferimenti, le insonnie comuni, le cattive abitudini di terminare oltre l’orario del turno e di portarsi il lavoro anche a casa.
La crisi dei dormienti
Stefano Pesce e Diego Ribon ironizzano su questi comportamenti consueti e il loro approccio invita alla riflessione su quanto la crisi sia generata dalla mancanza di porre un freno, di svincolarsi da questo “doppio legame” che induce alla frustrazione e al sentirsi prigionieri di un circolo senza fine. Due impiegati vestiti con tute da operai e bretelle da clown che lavorano su carriole con tastiere si supportano e si sfidano fino ad arrivare alla risoluzione del problema: la pratica è perfetta, non c’è nessun capo a bloccare il trasferimento, ma l’unico responsabile è lo stesso OST. La crisi serve proprio a risvegliarsi dal torpore, a rendersi consapevoli dell’acqua in cui nuotiamo, come i pesci nella famosa storiella This is water di David Foster Wallace.