Lo spettacolo è assai difficile da identificare. Apertosi con un omaggio al coreografo, mimo e regista recentemente scomparso Lindsay Kemp. Grandi artisti che si sono ritrovati insieme in questo gioco teatrale.
“Il tema di Pierino e il Lupo è stato sempre con me, un tema e una musica senza tempo per svegliare il Pierino che è dentro di noi in qualsiasi età. Nello spettacolo ci sono delle interferenze di un mio vissuto che si mescolano nel racconto musicale”. Così il coreografo Micha Van Hoecke descrive il suo ultimo lavoro Pierino e il Lupo qualche anno dopo…variazione sul tema.
Il ricordo di Lindsay Kemp tra mimica e gestualità
Lo spettacolo è assai difficile da identificare. Apertosi con un omaggio al coreografo, mimo e regista recentemente scomparso Lindsay Kemp, la serata vede in scena un gruppo di amici formato da grandi artisti che si sono ritrovati insieme in questo gioco teatrale danzato, cantato e recitato ognuno con il suo bagaglio di professionalità e la sua storia. Insieme a Micha Van Hoecke troviamo sul palco Denis Ganio, etoile internazionale del Balletto di Marsiglia di Roland Petit, Manuel Paruccini, Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma Miki Matsuse e la signora della danza Luciana Savignano, etoile internazionale del Teatro alla Scala di Milano. Si aggiungono anche gli interpreti più giovani Karen Fantasia, Viola Cecchini, Yoko Wakabayashi, Floriana Caroli, Martina Paruccini.
Il tributo iniziale ci immerge subito nel mondo del teatrodanza e della mimica, che tanto ricorda il genere nella sua prima diffusione nel primo Novecento. Lo stile francese e meravigliosamente retrò di Denis Ganio riempie la scena e si fonde con quello americano riprodotto da Micha Van Hoecke nell’imitazione danzata di Charlot (che rese celebre lo stesso Kemp). Due giovani danzatrici che indossano una sobria sottoveste salgono su un tavolo e ancheggiando ripetutamente sulle gambe danno vita a una danza di sole braccia le quali parlano dando risalto a gesti quotidiani con la loro morbidezza.
Una fiaba che costruita su temi musicali e coreografici
La pianista Yoko Wakabayashi introduce la fiaba di Pierino e il lupo, l'opera del compositore russo Sergej Prokof'ev, che nel 1936 ne scrisse la musica e il testo. Si tratta di una fiaba per bambini nella quale ogni personaggio della storia è associato ad un tema musicale di un determinato strumento: Pierino è rappresentato da tutti gli archi, l'uccellino dal flauto, l'anatra dall'oboe, il gatto dal clarinetto, il nonno di Pierino dal fagotto, il lupo da un corno, i cacciatori dai legni e gli spari dei loro fucili dai timpani.
Ogni interprete fa il suo ingresso sul proprio strumento ricollegando al tema musicale uno mimico-coreografico. Degni di nota sono il Lupo di Manuel Parruccini e il Gatto di Luciana Savignano. Il primo si destreggia, spavaldo e vanitoso, in salti e virtuosismi che enfatizzano il suo carattere vorace; la sua ingordigia esplode durante la scena in cui divora l’ingenua anatra, sorprendendola mentre nuota nello stagno, e lì il danzatore fa emergere una famelica sensualità sottolineando i particolari di questo banchetto improvvisato sull’anatra che mostra tutto il terrore provocato da questa violenza. La seconda, raffinatissima e sinuosa, ben riproduce le movenze sensuali del Gatto e il suo eterno fascino orientale si adatta perfettamente a rievocare alcuni vissuti del coreografo belga, il suo periodo con l’immenso Maurice Béjart (di cui Savignano è stata definita la “musa”), e il suo stile empatico e teatrale. Il suo corpo trasuda espressività in qualsiasi movimento, ad ogni passo.
Le danze si movimentano con l’ingresso dei cacciatori, atletici e musicali, che interrompono l’aria sognatrice di tutto lo spettacolo con forti incursioni jazz. Le luci di Alessio Pascale e i costumi di Anna Biagiotti creano l’ambiente perfetto per tutta questa commistione di stili e di epoche che grazie alla raffinatezza di Micha Van Hoecke non risulta confusionaria, bensì caratterizzata da una sobria ricchezza di esperienza che denota la perfetta riuscita di questo esperimento danzato.