Dall'Otello

Dall'Otello

L'appartenere biologicamente ad un sesso - l'essere maschio o femmina - è diverso dal far parte di un genere.

Gli atteggiamenti, i modi di fare e di essere, il pensare si pongono lungo un continuum in cui ognuno di noi, in base alle circostanze, ora è uomo ora è donna. Premessa doverosa, questa, affinché il lettore possa  comprendere appieno una rivisitazione forte, drammaticamente cruda, intensa nei toni, al limite del crepuscolare, oltre il confine tra il mondo dormiente e la realtà efferata.

Essere Otello, dal cuore nobile ma dall'animo debole, facilmente infettabile dal virus del dubbio e della gelosia; Iago, meschino trafficante di menzogne, codardo e vigliacco ma astuto tessitore di brame; Desdemona, anima colpevole di essere ingenuamente devota all'uomo e all'amore, debole ma sincera, facile preda e martire; Emilia, sottomessa ma libera una volta trovato il coraggio di alzare il capo e non chiudere gli occhi.

Chi di noi non è mai stato divorato dal tarlo del dubbio che ha mortificato Otello, ha sofferto, come Desdemona le conseguenze di un equivoco, ha sacrificato gli altri, come Iago, per saziare il proprio ego, ha gettato la dignità, come Emilia, per poi ravvedersi e testimoniare la verità?

Ognuno di noi, maschio o femmina, può essere uomo o donna, e la messinscena di Nicola Rignanese/Otello ha il pregio di catapultare lo spettatore in un vortice di emozioni vere, quotidiane, tangibili.

La scena è semplice, libera da oggetti; tutto è in penombra e una semplice pedana posta tra le tende del proscenio fa da pulpito ai dialoghi degli attori. Le musiche sono studiate per rafforzare i monologhi e il racconto: sono il vero valore aggiunto della rappresentazione.

Non ci sono dei veri costumi di scena: la tradizione shakespeariana viene rivisitata in chiave moderna, con Iago più simile ad un gangster anni '30 ed Otello che mostra la sua nudità, quasi a voler liberare sé stesso da un peso opprimente e mostrare la sua umanità.

Gli attori vivono realmente sul palco le vicende dei protagonisti; l'espressività mimica di Iago è un misto di ironia e comicità, le interpreti femminili coinvolgono il pubblico attraverso momenti di gioia, angoscia, speranza, rabbia e collera, delusione.

Diverse le chiavi di lettura di questo spettacolo, ognuna valida e pertinente. Gli autori non hanno voluto raccontare semplicemente le vicende del dramma scritto da Schakespeare: hanno narrato l'attualità di un componimento moderno nella sua longevità.

Uno spettacolo di impatto, dal linguaggio forte, dal tono greve, intenso ma struggente.