Che tristezza, alla fine dello spettacolo, vedere gli artisti presentarsi in proscenio ad un pubblico che non c'è. E che stranezza in quel silenzio assoluto, sentire i loro passi e non lo scroscio degli applausi, invero meritatissimi. E' accaduto alla fine di quel piccolo, grande capolavoro che è Dido & Aeneas di Purcell presentato a porte chiuse al Teatro Comunale di Modena, ma trasmesso in live streaming aperto a tutti. Una situazione che si sta ripetendo in tanti nostri teatri, ostinati a portare avanti comunque, in questi maledetti tempi, una parte almeno della loro programmazione.
Il trionfo del teatro barocco inglese
Disponendo dell'intera platea, come nella sua Traviata in scena un mese fa, Stefano Monti ha collocato gli strumenti del MAR / Ensemble Alraune giusto al centro, circondati da un'immagine di flutti marini, elaborando per quest'apice assoluto del teatro barocco inglese una drammaturgia densa e stringente, con un sapiente uso delle figure mimiche e coreografiche ideate da Tony Contartese con gli artisti dell'Associazione STED.
La sua regia sposta dinamicamente il coro sfruttando lo spazio disponibile, ed impone agli interpreti vocali una gestualità severa ed ieratica, carica di densa tragicità. La scenografia, su cui giocano le luci di Eva Bruno, è scarna: il palcoscenico è tagliato in diagonale da due piani inclinati, però quasi tutto succede più in basso, intorno all'orchestra. Attraenti i barocchi ed elaborati costumi, che curiosamente non recano firma.
Gli strumenti al centro, il coro intorno
Dal cembalo dirige Mario Sollazzo, che ricava dagli strumenti originali grande espressività e sonorità cromaticamente cangianti, puntando su suoni taglienti e timbri brillanti oltre che sulla estrema varietà agogica. Buone scelte armoniche e varietà nei fluidi continui; la ripresa sonora, però, esalta troppo il ruolo delle percussioni in una sala ridondante. Da canto loro, le voci fornite dal Coro Lirico di Modena e da I Madrigalisti Estensi – accuratamente preparati da Michele Gaddi – assolvono con freschezza e minuziosità quel compito centrale, da protagonista aggiunto, assegnato da Purcell.
Didone è affidata alla voce screziata, ricca di armonici di Micaela Antenucci, espressivamente coinvolta nel ruolo dell'infelice regina. Nitida la scansione della parola, preciso il fraseggio; la tenuta vocale nell'insieme appare superlativa, sobria nel disegno ornamentale ma nel contempo altamente espressiva. Esemplare, in questo, il suo appassionato lamento di Remember me.
La figura di Enea può contare su un solido esponente della vocalità barocca quale Mauro Borgioni, che ritrae con verosimiglianza il travaglio emotivo del personaggio; Ilaria Vanacore rende bene l'affannosa angoscia di Belinda. Sciolto e solerte il resto della giovane compagnia: Alice Molinari (seconda donna), Benedetta Mazzuccato (la maga), Giovanni Maria Palmia (marinaio), Maria Bagalà ed Eleonora Filipponi (le streghe). L'esecuzione è ancora disponibile al sito di Opera Streaming.