Lirica
DIDO AND AENEAS

Ricordati di me, ma dimentica il mio destino: Dido and Aeneas di Purcell torna alla Fenice

Dido and Aeneas
Dido and Aeneas

E' pur strano, se ci pensiamo. Uno dei vertici musicali d'ogni tempo, Dido and Aeneas di Henry Purcell, non vide la luce in un teatro, interpretato da professionisti, ma venne portato in scena per la prima volta da un gruppetto di dilettanti, le nobili e giovani educande di un convitto di Chelsea. 

Era il 1688, forse il 1689, di preciso non si sa. Certo è solo che di lì a poco l'Orpheus Britannico – tale venne definito Purcell dai contemporanei – sarebbe morto troppo prematuramente, a soli 35 anni. Scomparso lui, l'Inghilterra avrebbe dovuto attendere almeno tre secoli per poter vantare un musicista di fama ed levatura non solo locale. Doveva nascere un Benjamin Britten.

Così riparte la stagione autunnale della Fenice

Dido and Aeneas è stato portato in scena ai primi di settembre al Teatro La Fenice, mettendo in moto una stagione autunnale ripensata nell'ottica del Covid-19. Con qualche ovvio sacrificio, va da sé, specialmente nel numero degli spettatori ridotto purtroppo ad un terzo della normale capienza. Un'ora sola di spettacolo sarebbe poi un'offerta miserella: di solito questa densa, ma breve opera viene accoppiata a qualcos'altro. Per dire nel 2010, sempre qui a Venezia, al balletto Le Rire di Maderna. 

Sia come sia, almeno ci viene proposto un allestimento nuovo, pensato con buona fantasia e decisamente ben costruito. In primis, si mostra funzionale ed incisiva la visione registica di Giovanni Di Cicco, che riempe l'ampia cavea della Fenice di strumentisti e coristi paludati in abiti neri, e fa interagire con accorta gestualità e persistente movimento i vari personaggi, intarsiando attorno a loro lineari e pregnanti coreografie – è il suo primo mestiere – affidate ai bravi componenti del suo Danse Ensamble Opera Studio


La scenografia fissa di Massimo Cecchetto è quella che riempie sala e palcoscenico da qualche tempo, vale a dire l'esaltante visione di un grande vascello in allestimento. Gli elegantissimi e sobri costumi - un vero trionfo di tessuti plissé - sono di Carlos Tieppo; le luci di Fabio Barettin.

Pochi, ma validi strumentisti

Dirige l'Orchestra della Fenice, in una snella formazione barocca, Tito Ceccherini il quale, messo da parte l'amato repertorio contemporaneo, affronta con scrupolo e passione questo amatissimo titolo. Forse perché nella sua essenzialità e coerenza drammatica, nell'intensità delle musiche, nella potenza e varietà di quel basso continuo tipicamente purcelliano - pronto a sostenere la bellezza e la densità delle fascinose volute melodiche - Dido and Aeneas si può considerare una partitura a suo modo assolutamente moderna.


Scelta d'interpreti tutti in verde età, tutti comunque consoni al compito affidato. Spiccano per bellezza di voce, adesione alla figura e perfetta intonazione la Didone di Giuseppina Bridelli e la Belinda di Michela Antenucci, due voci sopranili invero promettenti. Il tenore Antonio Poli copre il ruolo di Enea, Martina Licari quello dell’Ancella, Valeria Girardello quello della Maga. Lara Lagni e Chiara Brunello sono le due streghe; a Matteo Roma è affidato il doppio ruolo dello Spirito e del Marinaio. 

Un plauso particolare lo dobbiamo all'intensa partecipazione del Coro feniceo preparato da Claudio Marino Moretti, perfetto nella scansione e dalla morbida pastosità timbrica.

Visto il 04-09-2020
al La Fenice di Venezia (VE)