È puro piacere assistere in presa diretta all'evoluzione artistica del Teatro Sotterraneo.
"DIES IRAE" è l'ennesima conferma del personale e originalissimo percorso teatrale del giovane collettivo toscano; ogni loro lavoro è un ulteriore passo avanti nella loro singolare esperienza di crescita come artisti e performers: “DIES IRAE” è un’opera che dimostra la maturità artistica del Sotterraneo, che si afferma come una delle più interessanti realtà della scena teatrale contemporanea.
La scena è scomposta, è in divenire, si crea e si auto-distrugge davanti ai nostri occhi, gli stessi performers sono in divenire, in movimento: ciò che riamane e resiste, nonostante tutto, è la loro poetica, tratto forte e distintivo del Sotterraneo. Hanno qualcosa da dire e l’urgenza e l’esigenza di dirlo, di comunicarlo, di urlarlo - se necessario, utilizzando un linguaggio unico e ironico, una commistione di elementi comici, grotteschi e tragici.
Questa loro esigenza di comunicare, di esprimersi traspare in ogni loro lavoro, in ogni loro singolo gesto e arriva, colpisce, coinvolge e stravolge il pubblico in sala.
Da sottolineare la forza della scrittura scenica, opera del dramaturg Daniele Villa, che ha la singolare abilità di rielaborare e mescolare immagini, oggetti, simboli che tornano e ritornano continuamente in scena, ma il cui senso e significato è sempre nuovo, diverso, in divenire.
Il bianco è il colore dominante, bianca è la superficie su cui si muovono i quattro performers -Sara Bonaventura, Jacopo Braca, Matteo Ceccarelli e Claudio Cirri - che ricordano un po’ i “drughi” di Arancia Meccanica: stesso disincanto, stessa freddezza, stessa crudele e spietata noncuranza davanti alla più atroce violenza, davanti alle guerre, alle stragi, alla società, alla vita...
DIES IRAE fa sorridere, ridere di gusto, ma alla fine ci lascia in bocca un retrogusto amaro e la consapevolezza di avere qualcosa su cui riflettere: la risata del Sotterraneo è sempre cattiva, crudele, accompagnata dalla fastidiosa sensazione della vacuità della vita, dalla dolorosa percezione della morte, dell’inevitabile e ineluttabile fine del genere umano.
Ironia e amarezza si alternano, giocano tra loro una partita infinita: il sorriso cede il posto a un ghigno sinistro.
“DIES IRAE” è una serie di istantanee, cinque per la precisione, come i cinque episodi intorno alla fine della specie a cui assistiamo; lo scorrere del tempo è scandito da un timer, che incombe sulla scena: è un conto alla rovescia che ci conduce inevitabilmente alla fine.
DIES IRAE coglie frammenti di vite, ci mostra la follia umana nella sua quotidianità, così com’è: al tempo stesso tragica e comica, dolce e amara, cruda e violenta, surreale e a tratti troppo famigliare.
Lo spettacolo è un collage: immagini di ordinario delirio esistenziale, la follia umana, le nevrosi quotidiane, le paure più intime vengono messe in scena, rappresentate, analizzate, sviscerate in ogni loro aspetto.
Come scrivono i Sotterraneo:“Abbiamo sempre seguito delle tracce e non potremo non lasciarne di nuove. Ognuno vivi e canti il suo tempo e poi torni alla polvere. Alleluia.”
Visto il
14-10-2009
al
Comunale (Teatro Studio)
di Bolzano
(BZ)