Musical e varietà
DISINCANTATE!

Se le Principesse "vanno in bestia"...

Se le Principesse "vanno in bestia"...

Disincantate è un musical off-Broadway, nato da un'idea di Dennis T. Giacino, ex professore di storia che, durante una lezione sull’insediamento coloniale in Virginia, si è chiesto come sarebbe stata la vera Pocahontas nel 1616, rispetto all’immagine della giovane ragazza dai capelli neri, trasmessa in tutto il mondo dall’industria del cinema d’animazione.

Il complesso della principessa
Sei attrici portano dunque in scena dieci sfrontate e sfacciate eroine, che, forti del loro disincanto, intendono ribellarsi al “complesso della principessa”, sfatando il mito di fanciulla succube e indifesa, che vive la propria vita nella frivola attesa del Principe Azzurro, stereotipo diffuso ed esacerbato dalle pellicole firmate Walt Disney, o addirittura già presente nella tradizione letteraria dei fratelli Grimm o di Charles Perrault.

Principesse da palcoscenico
Ecco allora avvicendarsi sul palco un terzetto formato da una Biancaneve piuttosto formale, ma con la stoffa del leader (Claudia Cecchini), una Cenerentola svampita oltre l’ordinario (Martina Lunghi) e una Bella Addormentata (Claudia Belluomini) talmente narcolettica da rischiare di perdersi tutte le occasioni per esibirsi nel suo momento da solista. Insieme a loro, tra le altre eroine rappresentate, spuntano anche Tiana de La principessa e il ranocchio (Dolores Diaz), Ariel (Beatrice Baldaccini), una esuberante sirenetta in calze a rete che rimpiange le sue pinne (barattate per l’amore di un uomo) e una Mulan in versione saffica che, improvvisamente, identifica in Cenerentola il bersaglio delle sue attenzioni amorose…
Le sei protagoniste, ognuna contraddistinta dalla propria personalità e da specifici vezzi (retaggio di oggetti magici quali mele avvelenate, scarpette di cristallo e arcolai…) affrontano il palcoscenico da vere star, senza risparmiarsi e divertendosi, tra loro e con il pubblico.

Musica e parole oltre il lieto fine
Molti dei numeri musicali eseguiti con l’accompagnamento al pianoforte della “fata madrina” Eleonora Beddini” sono delle I am song, ovvero canzoni attraverso le quali i personaggi si presentano, introducono una propria caratteristica o raccontano al pubblico come sarebbe stata la loro vita oltre il classico lieto fine. Sono tutte melodie orecchiabili e intuitive, che risultano un adeguato ricettacolo per la traduzione italiana dei testi, ma soprattutto un azzeccato contrappunto alla dinamica ed elettrizzante regia di Matteo Borghi.

Esilarante è dire poco per uno show che – tra varietà, vaudeville e cabaret – ha centrato il suo irriverente e ambizioso obiettivo: attualizzare il classico “c’era una volta”, con la disincantata consapevolezza che il tradizionale “...e vissero felici e contenti è una principesca rottura di palle”.

Visto il 06-05-2017
al Comunale di Rivara (TO)