Comico
DITEGLI SEMPRE DI Sì

Savoia e la follia secondo Eduardo

Savoia e la follia secondo Eduardo

Inserita nella raccolta di commedie che il grande drammaturgo ed attore chiamò “CANTATA DEI GIORNI PARI”, perché la vena comica fu quella che precedette l’impegno civile che Eduardo infuse nelle sue opere successive, scritte dopo la seconda guerra mondiale e che da “Napoli milionaria” in poi divennero “CANTATA DEI GIORNI DISPARI”, “Ditegli sempre di sì” è una commedia che risente, positivamente, del pirandellismo che influenzò profondamente la sua opera, non sempre con risultati altrettanto felici. La pazzia, vera e presunta, la soggettività del reale, così come nei drammi del premio Nobel agrigentino, rappresentano un’ossatura ideale per creare, con una comicità tutta personale, venata da struggente malinconia, un copione che è una macchina perfetta per una rappresentazione teatrale. Purtroppo spesso i registi che finora hanno curato le messinscena di questo testo hanno utilizzato mano pesante e spesso lo hanno aggravato di significati e sottotesti con esiti a dir poco sconcertanti. Per fortuna non è caduto in questo tranello Maurizio Panici che, questa volta, ha realizzato uno spettacolo davvero godibile, elegante, di ottima fattura, con una regia essenziale, che non cede alle lusinghe del cosiddetto teatro d’autore ma nemmeno ad una comicità facile. Egli utilizza il testo come principale mezzo per arrivare al pubblico, senza inutili sovrastrutture, ma esaltandolo con la recitazione di attori bravi, che non si concedono a gigionismi ne’ macchiettismi di maniera, su cui svetta la straordinaria prova d’attore di Gigi Savoia che, cosa rarissima per un attore nato e cresciuto nella compagnia del grande Maestro, riesce a mantenere le redini del personaggio senza farsi adescare dalla tentazione di “eduardeggiare”. Savoia regala un Michele Murri perfetto nella comicità ma anche nel dramma di un diverso che vede negli altri la vera diversità. Gli fanno ottima compagnia la brava Maria Basile Scarpetta che riesce a rendere la sua Teresa  credibile e sobriamente divertente, in perfetta linea con quanto disegnato dalla regia, così come risulta calzante e rigorosa l’interpretazione che Massimo Masiello da di Luigi Strada, poeta e squattrinato, a cui il sempre bravissimo attore regala vigore e stralunato esibizionismo senza cedere a estrosità gratuite. Buono anche il resto del cast, composto da Luana Pantaleo, Renato Di Rienzo, Vincenzo Merolla, Massimiliano Rossi, Pina Cutolo, Vincenzo D’Aniello, Francesca Ciardiello e, oltre ad una convincentissima Felicia Del Prete nel breve ma riuscitissimo ruolo, nella scrittura di Eduardo e nell’interpretazione dell’attrice, di Olga, soprattutto ritroviamo con grande piacere un Antonio Casagrande in grande spolvero, che riesce a tratteggiare il personaggio di Vincenzo Gallucci con una verve eccellente ed una divertita partecipazione, degna dei suoi più riusciti personaggi. Applausi e risate ampiamente meritate fanno registrare un grande successo ed una vittoria del teatro di tradizione, qui rivisto con intelligenza e misura.

Visto il
al Palazzo dei Congressi di Stresa (VB)