Prosa
DON CHISCIOTTE

Dopo vent’anni dal suo primo …

Dopo vent’anni dal suo primo …
Dopo vent’anni dal suo primo debutto, il nobile cavaliere della Mancha di Maurizio Scaparro torna a calcare le scene e sceglie come prima tappa la città di Napoli. “Don Chisciotte, frammenti di un discorso teatrale” è il titolo dello spettacolo , risultato di un percorso a ritroso nel tempo che ha condotto Maurizio Scaparro a dare nuova vita ad una sua vecchia creatura , in occasione del quattrocentesimo anniversario della nascita di quest’ultima dalla penna di Cervantes. La storia, a tutti ben nota , è quella di un uomo che tenta di superare i limiti imposti dalla realtà e dalla ragione; la storia di colui che insegue i suoi sogni fino in fondo e per far ciò dà vita ad un mondo altro in cui può essere ciò che vuole. La scena iniziale si apre con il rogo dei libri, simbolo di cultura, di quel dorato mondo cavalleresco in cui l’hidalgo si rifugia per non essere schiacciato dalla monotonia della propria vita. Rogo emblematico e simbolico, vanno in fumo la storia, l’onore, il sogno, l’ amore, il coraggio e così di fronte alla distruzione di quel “suo” mondo letterario, il grande hidalgo decide di imitare a sua volta le gesta degli eroi cavallereschi, di farsi portatore di valori ormai dimenticati, di vivere quell’amor cortese di cui tanto ha letto. Iniziano qui le disavventure di Don Chisciotte , Cavaliere della Mancha, che lotta contro i mulini a vento pensando che siano giganti, che ama la bella Dulcinea, principessa inesistente, che cambia umore e maschera continuamente ma mai smette di sognare e di plasmare la realtà con il potere della sua fantasia. La follia di Don Chisciotte non è altro che un tentativo di fuggire in un mondo che non è di questo mondo, il mondo dell’immaginazione, dove il rischio di essere inseguiti è minimo e la fantasia creatrice può esprimersi liberamente. Al fianco di questo antieroe, interpretato ancora una volta da Pino Micol, c’è il fedele scudiero Sancho Pansa (interpretato da Augusto Fornari), una controparte razionale che consiglia, protegge e guida, un compagno di viaggio cui però non dispiace affatto lasciarsi trasportare dai sogni del suo padrone, “il cavaliere dalla trista figura”, come lui stesso lo definisce. Nella versione attuale di Scaparro, come nella trama originale del romanzo, il Cavaliere Errante si sveglierà sconfitto dai suoi sogni di gloria , sconfitto da “quegli stessi maghi che hanno bruciato i suoi libri” e che “ hanno trasformato i giganti in mulini a vento per non dargli l’onore della vittoria”. L’immagine di Don Chisciotte che torna a casa ad aspettar la morte è solo apparentemente triste e pessimista, infatti, come lo stesso regista ha sottolineato, il valoroso hidalgo che “visse pazzo e morì savio”, trasmette con la sua morte un messaggio di speranza e invita ognuno di noi a non smettere mai di credere nei propri sogni e nei propri ideali. I viaggi della mente di Don Chisciotte sono ambientati in un “cadente, rotto, ex teatro” unico luogo in cui possono agire contemporaneamente “verità vera e verità recitata”, infatti, come dice concludendo lo stesso protagonista “Il teatro è così perché ci mette davanti uno specchio in cui si riflettono le azioni della vita umana, e non c’è nessun altro evento che rappresenti ciò che siamo e ciò che vogliamo essere più del teatro e degli attori".... Teatro Mercadante, Napoli 09/Ottobre/2005
Visto il
al Sociale di Gemona Del Friuli (UD)