Lirica
DON GIOVANNI

DON GIOVANNI LIGURE

DON GIOVANNI LIGURE

Il Carlo Felice di Genova riparte con una stagione centrata su titoli verdiani per celebrare il bicentenario della nascita del compositore (Macbeth a gennaio, Rigoletto a marzo e Traviata a maggio), riservando l'apertura a Mozart con Don Giovanni, ma scegliendo non di recuperare l'intenso spettacolo di Davide Livermore che aveva inaugurato la stagione 2005/2006 (irripetibili celebrazioni mozartiane con la trilogia a giorni alterni), a vantaggio della ripresa dello spettacolo estivo dell'Opera Giocosa di Savona, un Don Giovanni ligure che poi viaggerà verso l'Adriatico passando per Rovigo.

Lo spettacolo è dominato dal vuoto: il palcoscenico ha un piano inclinato che sfrutta due altezze; in scena solo cinque bare di legno appoggiate a terra oppure in piedi e utilizzate in vario modo. Un vuoto privo di significato che non viene colmato da particolari movimenti dei protagonisti o dei coristi né da marcati atteggiamenti. Un vuoto particolarmente evidente considerata l'ampiezza del palco del Carlo Felice e che non aiuta le voci dei cantanti.

Il direttore Giovanni Di Stefano mantiene tempi giustamente serrati ma il suono non ha abbastanza leggerezza, seppure gli slanci lirici di certi momenti sono abbastanza curati.
Andrea Concetti, dopo aver frequentato per anni il ruolo di Leporello, si dimostra un Don Giovanni maturo e credibile, coraggioso nel finale del primo atto dove vola via sopra il lampadario senza nessun cavo di sicurezza, sprezzante nei confronti del pericolo come il libertino deve essere. Più in ombra il Leporello di Maurizio Muraro nonostante la bellezza del colore della voce. Jessica Pratt è una Donna Anna con tutte le note a posto e gli acuti pieni e sicuri. Sonia Ganassi è una Donna Elvira intensa ed espressiva per voce e atteggiamento, penalizzata dall'abito e dallo sfoggio di fucile e pistole. Ottimo il Don Ottavio di Paolo Fanale: musicalità e dolcezza sono ideali nell'aria “Dalla sua pace”. Adeguato il Masetto di Francesco Verna, non a fuoco la Zerlina di Vassiliki Karayanni. Con loro il Commendatore di Luigi Roni e il coro preparato da Patrizia Priarone.

Il teatro gremito e il pubblico plaudente ci hanno rincuorato: un segnale di speranza per il Carlo Felice che deve superare quanto prima il momento di crisi, tornando a essere un punto di riferimento come quella lanterna che, significativamente, spunta illuminata dal tetto del teatro nelle sere di spettacolo.

Visto il
al Carlo Felice di Genova (GE)