Lirica
DON GIOVANNI

Trasgressori tutti

Trasgressori tutti


Encomiabile operazione che ha portato sette teatri di tradizione, da nord a sud, a coprodurre questo allestimento con la regia di Graham Vick, il quale immagina un Don Giovanni non come emblema della trasgressione rispetto agli altri uomini conformisti, ma come uno dei tanti trasgressori in un mondo che della trasgressione ha fatto la normalità (eloquente l'indifferenza dei passanti durante lo scontro Don Giovanni - Donna Anna - Commendatore). Così il protagonista abusa di droghe, cocaina ed eroina, realizza ogni sorta di desiderio sessuale, beve smodatamente, fa continui ed espliciti riferimenti sessuali. Ma in un contesto in cui tutti lo fanno. E, nel finale, si siede in platea in mezzo al pubblico, come a dire: ecco, sono uno di voi. Non ci sono particolari forzature nella messa in scena rispetto al libretto, Vick è uomo di grande esperienza teatrale e ogni gesto è curato e coerente, anche se alcune scelte sono discutibili. È parso non necessario l'insistere sulle corone di fiori “padre” e “papà” sempre in scena in proscenio, collegate a Mozart che aveva perso il padre mentre scriveva ma anche in riferimento a Donna Anna con il Commendatore. Come anche lo spogliarello collettivo nel finale, poco comprensibile, e così gli iniziali panni monacali di Donna Elvira. Nel complesso una trasgressione forse datata ma che ben delinea il senso della regia e chiaramente declina l'idea alla base dell'allestimento. La scena di Stuart Nunn ha nel primo atto una jeep e un cassone con dentro manichini femminili, nel secondo un container che funge da esterno e interno, nel finale il nastro della polizia che ricorda quello simile con cui si chiude il Don Giovanni del Carlo Felice con la regia di Davide Livermore. Sempre di Stuart Nunn i costumi contemporanei e volutamente poco ricercati, giuste le luci di Giuseppe Di Iorio, coerenti le coreografie di Ron Howell.

Sul podio il giovane venezuelano José Luis Gomez-Rios, uscito dal Sistema di José Antonio Abreu: tempi giusti e ritmo coinvolgente, anche se non tutti i passaggi sono morbidi ed esenti da asprezze che appesantiscono il suono dell'orchestra I pomeriggi musicali di Milano.

Gezim Myshketa si impone per una presenza scenica carismatica pur non dominando vocalmente il cast. Accanto a lui il Leporello d'esperienza di Andrea Concetti. Gli altri cantanti, tranne Alessia Nadin (Zerlina), sono giovani vincitori del 65° concorso As.Li.Co. “per giovani cantanti lirici d'Europa”: Giovanni Sebastiano Sala (Don Ottavio), Mariano Buccino (Commendatore), Federica Lombardi (Donna Elvira), Valentina Mastrangelo (Donna Anna), Riccardo Fassi (Masetto). Con loro il coro del Circuito Lirico Lombardo preparato da Dario Grandini.

Applausi e qualche fischio nel finale, preceduti dal rabbioso volantinaggio sulla piazza da parte dei componenti dell'orchestra filarmonica marchigiana e del coro lirico marchigiano, tenuti fuori dall'allestimento per ragioni economiche ma che saranno in buca per l'imminente Tosca coprodotta con il teatro dell'Aquila di Fermo.

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