Il secondo titolo della stagione lirica di tradizione di Jesi è un lodevole esempio di economia nel mondo dello spettacolo: una coproduzione tra cinque teatri italiani e otto teatri francesi, tutti di provincia. Il regista parte dall’idea che Donizetti voleva l’epoca moderna per il suo Don Pasquale e lo ambienta negli anni Cinquanta del Novecento. La scenografia di Lorenzo Cutùli gioca con l’elemento “cassaforte”: il protagonista è un anziano avaro, tra Paperon de’ Paperoni e Mr Scrooge, e la sua casa è dominata da varie casseforti (nel finale si scoprirà che il vero tesoro è l’amore dei due giovani). I costumi, sempre di Lorenzo Cutùli, consentono la datazione della rappresentazione e, nel terzo atto, vestono Norina come Marilyn Monroe in “Gentlemen prefer blondes”, elemento caratterizzante per la comunicazione dello spettacolo ma certo non necessario nell’economia intrinseca del racconto (come anche il numero di Vogue con l’incongrua foto di Berlusconi in prima pagina: ma non siamo forse negli anni Cinquanta?). Le luci di Fiammetta Baldiserri completano una messa in scena godibile. Andrea Cigni usa gli espedienti suggeriti dal libretto e la verve attoriale dei protagonisti per divertire e attrarre l’attenzione del pubblico: di grande effetto la cavatina di Norina sull’altalena di fiori calata dall’alto e il riuscito contrasto tra il mondo chiuso, asfittico e grigio di Don Pasquale e quello solare, arioso, celeste e primaverile di Norina.
Giuseppe La Malfa dirige la Filarmonica Marchigiana con giusta attenzione ai tempi e al suono, serrati ma non concitati i primi, trasparente e frizzante il secondo; si sono apprezzati sia l’amalgama sinfonico che gli interventi dei solisti, in particolare la prima tromba di Giuliano Gasparini.
Paolo Bordogna padroneggia in modo eccellente il ruolo del titolo: il suo Don Pasquale è centrato dal punto di vista vocale e scenicamente ineccepibile, divertente senza scivolare nella macchietta. Pietro Adaini è un giovane e credibile Ernesto, ingenuo e innamorato, dalla voce limpida e sicura con acuti ben timbrati. Maria Mudryak è la Norina-Marilyn, graziosa e vocalmente ineccepibile. Pablo Ruiz dà voce scura e corposa al Dottor Malatesta, abbigliato in modo troppo eccentrico. A completare il cast il Notaro di Claudio Grasso e i tre figuranti Simone Baldassari, Alice Pavan e Fausto Loverde. Il coro lirico marchigiano è stato adeguatamente preparato da Carlo Morganti.