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DONNE D’AMORE

Donne d’amore: Rassegna di monologhi al femminile

Donne d’amore: Rassegna di monologhi al femminile
In occasione della Rassegna di monologhi teatrali al femminile – Donne d’Amore- in programma fino al 18 Ottobre 2009 alla Sala Teatro Planet di Roma, abbiamo assistito alla programmazione della prima serata composta da quattro monologhi. Sul palco si sono succeduti aspetti dell’animo femminile nascosti agli sguardi più superficiali. La rassegna apre i battenti con un monologo dedicato all’amore che sorpassa i limiti del tempo. Dall’Ade torna Penelope, la donna che per amore di Ulisse ha atteso il suo ritorno, senza cedere ai corteggiamenti dei Proci. Questa volta la storia degli anni trascorsi in attesa è raccontata da colei che ha sofferto, sognato e bramato il suo sposo. Penelope, la giovane moglie lasciata in Patria per soddisfare la fame di gloria di un guerriero, torna dal regno dei morti per rivelare le sue paure, le sue voglie, l’eros che dentro di lei ha lottato per essere soddisfatto in tutti quegli anni in cui è stata sola. Con molta ironia, molto pathos e una grande carica sensuale ci aiuta a capire perché una donna, bella e desiderata come lei, abbia potuto scegliere di ingannare tutti e aspettare in silenzio l’uomo tanto amato. La Trama di Penelope, scritto da Patrizia Monaco, è liberamente tratto dal racconto Penelopiad di Margaret Atwood, ed è l’eros, dolce, amaro, indomabile serpente, il vero protagonista. In scena insieme a Penelope, altri due personaggi, proiezioni delle paure e delle riflessioni della protagonista. Gli attori che hanno recitato in questo monologhi sono: Vita Rosati, Gabriele Granito, Angela Bulzomì. Il secondo tema affrontato nel corso della serata è stato quello delicato dell’anoressia. Lucia è una donna anoressica con un matrimonio sull’orlo del collasso. Durante il monologo, il percorso a ritroso nella mente della protagonista, si apre un mondo fatto di infelicità che nasce dalla non capacità di Lucia di accettarsi in quanto donna, figlia e compagna. Una non accettazione che prima di essere manifestata nell’altro è radicata in noi, tanto da creare il disequilibrio che porta la protagonista a rifugiarsi in una malattia che debilita il corpo e la mente come l’anoressia. Lucia non riesce ad ammettere a se stessa di cosa ha paura, cosa vuole e cosa le manca per essere una donna felice e così scappa da tutto ciò che può aiutarla: il supporto professionale di uno psicanalista che le dia gli strumenti per prendere di nuovo in mano le redini della sua vita, l’amore di un marito, che la sostenga in questo lungo percorso, ma soprattutto la volontà e la consapevolezza di voler tornare ad essere una donna felice capace di amare. Scritto da Anna Cantagallo è interpretato da Ketty Roselli per la regia di Virginia Barrett. Il terzo monologo, in chiave più divertente, è musicato dal vivo da Giovanna Famulari, violoncellista. Questo monologo analizza l’emergenza della ricerca dell’identità della donna. In scena appare un’artista di strada che ci racconta le difficoltà nel mondo del teatro per le donne. Ci evidenzia come la miseria e le difficoltà possano essere superate sempre con grande dignità e con la coscienza di chi ha la capacità di affrontare il mondo con il sorriso. Diretto, scritto e interpretato da Pilar Castel. Quarto ed ultimo tema affrontato: il mobbing. Una donna uccide la sua collega perché esasperata dalla sua incapacità di comprenderla. Eva, la protagonista è ossessionata dalla grandezza delle parole e dalla possibilità di poter comunicare. Questa sua ossessione nasce dalla sua incapacità comunicativa, proprio lei è vittima dell’incomunicabilità. Ripercorriamo, grazie al racconto della protagonista, la storia di Eva dalla sua nascita fino al giorno del tragico evento, il desiderio di comunicare senza riuscirvi, la non capacità di manifestare i propri sentimenti siano essi di gioia o di disagio, l’impossibilità di far capire le proprie necessità, diventano nel tempo solitudine, smarrimento fino a sfociare nella violenza omicida. Ne sarà vittima la sua collega perfida, antipatica ma soprattutto colpevole di essere in grado di ottenere sempre tutto quello che vuole, perché capace di trovare i canali giusti di comunicazione. Scritto da Patrizia Parisi, interpretato da Maria Grazia Bordone e Diego Pianese, è affidato alla regia di Carlangelo Scillamà. Siamo felici che a Roma ci sia stata la possibilità di realizzare questa rassegna importante per l’affermazione e la conoscenza di una drammaturgia teatrale tutta al femminile. I personaggi che ci vengono presentati danno vita a incubi, paure e sogni della vita di tutte noi. Donne d’amore, o forse l’amore delle donne senza fine e senza regole. A cura di Samantha Biferale
Visto il 13-10-2009
al Planet di Roma (RM)