In un modesto alberghetto della campagna inglese va in scena la più tipica commedia degli equivoci. Geoff e Roger attendono le loro amanti nell'hotel gestito, in assenza della sorella, da Mr. Ferris. Tutto andrebbe per il meglio per gli aspiranti fedifraghi, se non fosse che per uno strano scherzo del Destino, le rispettive “amiche” siano una la consorte dell'altro.
In una girandola di equivoci, stratagemmi e invenzioni paradossali per non farsi scoprire, i quattro amanti si rincorrono e si sfuggono fino al necessario dénoument. Nelle loro scorribande coinvolgono il povero Ferris, che si trova ad essere complice di ognuno dei personaggi.
La trama abbastanza classica è sostenuta da un cast evidentemente affiatato che regge il ritmo sempre più frenetico dell'azione in un crescendo di esuberanza. Il personaggio più riuscito è certamente quello del “sensale suo malgrado” Mr. Ferris, interpretato da Marco Vaccari, anche regista della piéce. Da semplice spettatore dello scambio di coppie, viene pian piano trascinato nel vortice fino a diventare complice effettivo degli adulteri. Vaccari è un Ferris convincente, divertente – da antologia la scena della bottiglia di champagne – e dalle battute fulminanti.
Le due coppie sono interpretate con una levità che non cade mai nella farsa da Roberto Vandelli, Gianni Lamanna, Maddalena Rizzi e da una bravissima Emanuela Rimoldi, per la prima volta in un ruolo da commedia, che indossa i – luccicanti – panni di Sally divertendosi e facendo divertire.
Merita una menzione la scenografia, che ricostruisce, seppure con tutti i limiti imposti dal medium teatrale, gli interni di un albergo inglese. Il gioco di camere ripartite, scale laterali e porte che si aprono e si chiudono freneticamente, aiuta il ritmo della commedia. Poco convincente è il ricorso alla musica, poco intonata all’azione e forse eccessivamente inconsistente.
Una commedia certamente riuscita – numerose le fragorose risate in sala e gli applausi a scena aperta – il cui ritmo non dà mai segni di cedimento. Non è mai facile proporre la commedia inglese in Italia, ma Vaccari è riuscito a coniugare la leggerezza italiana con la tradizione del migliore humor inglese.