L’esperto e innovativo Giancarlo Sepe svolta ancora di più dai cliché soliti del teatro e dopo il discusso Napoletango porta in scena il nuovo lavoro Dr.Jekyll e Mr. Hyde (sogni e visioni) di cui è autore e regista.
L’opera è una (molto) libera interpretazione del famoso romanzo di Robert Luis Stevenson, ridotto a un semplice spunto per affermare e convincere il pubblico che tutto il genere umano, di epoca vittoriana o di epoca contemporanea, è composto non da singoli ma da ‘doppi’: in ognuno di noi sopravvive sempre un cattivo mister Hide, ovvero una maligna personalità che Sepe ci fa immaginare libera, felice, moderna, in contrasto con la sofferenza della repressione a cui è costretto ogni civile Dottor Jekill. Provocazione molto forte ma discutibile se non se ne coglie il senso proficuo.
Ma non è solo dal romanzo di Stevenson che lo spettacolo, un insieme di quadri più che lo srotolarsi di una trama, trae spunto: c’è Oscar Wide e il suo inaccettabile (per quell’epoca) dubbioso libertinaggio sessuale, c’è Jack lo Squartatore che uccide la sua prima vittima proprio mentre va in scena il debutto della riduzione teatrale del famoso romanzo, c’è il pedofilo orientale che cerca di porre rimedio alla sua ossessione con il suicidio, c’è la masochista autolesionista, c’è il Markheim di un’altra opera di Stevenson, c’è la teppaglia dickensiana e la nobiltà annoiata in cerca di emozioni forti.
Ne viene fuori un insieme di quadri dark, decadenti, noir, illuminati solo da perfetti giochi di luci e dalle musiche di Davide Mastrogiovanni. La colonna sonora è arricchita da pezzi famosi: brani dal repertorio di Gorillaz, Amy Winehouse, Lou Reed, Radiohead e altri. Peccato che le lingue straniere rendano avulse all’opera i testi delle canzoni comunque ben arrangiate e ben eseguite da tutti gli attori, soprattutto dal sorprendente Benvenuti.
Nel primo di questi scenari le gemelle Alice e Ellen Kessler (chiara rappresentazione del doppio in uno), sedute al capo e all’altro di una tavola imbandita, dopo aver cantato "You’re so sexy" si dividono: avviene la scissione della personalità. Jekyll e Hide prendono vita individuale e iniziano il cammino da soli. Ma non saranno solo loro e non solo il medico a sdoppiarsi: la pozione che da vita all’altro circola nella scena e nessuno rinunzia a berla, nemmeno la Regina Vittoria, anche lei conquistata dalla ‘libertà’. Perfino alla platea viene offerta la pozione magica.
Sarà un caso che mentre Sigmund Freud iniziava i suoi studi sull’isteria, Stevenson si occupava già della scissione della personalità? mentre il padre della psicoanalisi osservava gli effetti della cocaina, lo scrittore scriveva di una pozione magica che dava corpo alle pulsioni represse?
Comunque sia quest’altra rappresentazione del teatro visionario di Giancarlo Sepe non ci convince. Non solo per il dubbio già espresso sopra, il dubbio non risolto se l’opera possa essere o meno una forte provocazione per questa società ormai sbilanciata sempre più verso il signor Hyde, prossimo a trionfare sul razionale dottor Jekyll. E questa offerta al pubblico della magica pozione ci fa venire in mente una strofa di A muso duro, canzone di Pierangelo Bertoli: riempirò i bicchieri del mio vino, non so com’è però v’invito a berlo. A questo calice che Sepe propone sarebbe meglio non accostarsi.
Tuttavia non si tratta solo di condivisione dei contenuti, morali o meno. Non ci convince proprio lo spettacolo: slegato, un mosaico molto spesso male incastrato, privo di coesione testuale nonostante le didascalie esplicative dell’avvocato Utterson (ottima l’interpretazione di Alessandro Benvenuti). Solo qualche brano famoso e qualche provocatoria coreografia scuotono da una noia leggera ma persistente.
Le gemelle Kessler sono da ammirare per la longevità e per la l’ottima interpretazione di I’m no good, uno dei grandi successi di Amy Winehouse. In quanto a ballare… non hanno più l’età. Rosalinda Celentano sicuramente avrebbe dovuto interpretare l’ambiguità sessuale di Oscar Wilde ma in scena… non c’è entrata, s’è vista solo sulla locandina.
Per rimanere in tema letterario: preferiamo Le favole di Oscar Wilde alla dark story di Stevenson, almeno a teatro.
Foto di scena di Diego Romeo
Musical e varietà
DR. JEKYLL E MR. HYDE - SOGNI E VISIONI
Siamo tutti poco Jekyll e molto Hyde?
Visto il
24-02-2012
al
Pirandello
di Agrigento
(AG)