Prosa
DUE DI NOI

Un Frayn più comico che altro

Un Frayn più comico che altro

Due di noi (The Two of Us) è la prima commedia scritta da Michael Frayn nel 1970.

In realtà si tratta di quattro atti unici Black and Silver, The New Quixote, Mr. Foot e Chinnamen di lunghezza variabile, scritti in precedenza o appositamente per comporre un polittico omogeneo.

Frayn, già scrittore di un certo successo - il suo romanzo d'esordio The Tin Man  del 1965 gli aveva fatto vincere il premio Sommerset Maugham -  con questi quattro atti unici propone uno spaccato della coppia uomo donna approcciata da diversi punti di vista: la coppia non più giovane che torna nell'hotel veneziano dove anni prima ha trascorso il viaggio di nozze, attanagliata dal tardivo arrivo di un infante che la tiene sveglia (Black and Silver); la coppia dal matrimonio ormai finito dove la moglie, alcolista, intesse ipotetici dialoghi con persone che potrebbero essere presenti ma che non lo sono, mentre il marito si nasconde dietro la copertina di un libro e, come unico segno di vita, mostra un piede che gli trema, fuori controllo (Mr. Foot); una donna matura che rimane sopraffatta dalla dichiarazione d'amore di un ventenne con il quale ha trascorso la notte e che è tornato per farsi conoscere meglio portando con sé i propri dischi e i propri libri (The New Quixote); la  coppia di mezza età alle prese con un disguido imprevisto - ha invitato alla stessa cena una loro amica, che adesso si accompagna con un ragazzo molto più giovane di lei, e anche l'ex marito di lei e organizzano due cene diverse una in soggionro e l'altra in cucina- (Chinnamen).

Ognuno dei quattro atti è pensato per un attore e un'attrice, anche Chinnamen, nel quale il testo chiede loro di interpretare ben cinque dei sette personaggi della pièce.

Un vero tour de force nel quale già si intravedono alcune delle soluzioni narrative di Rumori fuori scena che imporrà Frayn all'attenzione internazionale dodici anni dopo.

In Chinnamen  gli ospiti vengono accolti in cucina e nel soggiorno, ambienti entrambi fuori dalla scena, ai quali i due padroni di casa si rivolgono attraverso le porte di quinta che, nella finzione danno a quegli ambienti, nei quali entrano e dai quali escono  a turno permettendo ai due interpreti di cambiare costume e personaggio (con l'ausilio di qualche mano e figura extra a moltiplicare davvero la loro presenza).

Lunetta Savinio ed Emilio Solfrizzi donano tutto ai personaggi delle varie pièce di Due di noi delle quali The New Quixote non è stata messa in scena.

Più duttile e camaleontica Savinio, grazie anche alla grande padronanza del linguaggio del corpo e la capacità di cambiare voci e toni (indimenticabile in Chinnamen nel ruolo, tra i vari, di Alex, il 19enne fidanzato di Bree dai lunghi capelli e in quello della stessa Bree dal vestito di lamè e la parrucca stile afro) più incentrato su una comicità di situazione Solfrizzi che mette mano al repertorio del teatro di voudeville.

Rispetto i testi originali  il regista Leo Muscato gioca infatti la carta facile dell'iperbole. perdendo, e tradendo, lo spirito mesto e quasi elegiaco originale di Frayn.

Due gli esempi per misurare lo scarto.

In Black and Silver - che racconta dei due coniugi alle prese con il neonato - Solfrizzi e Savinio accentuano tutti i gesti così gli amorevoli colpetti alla carrozzina per cullare il neonato diventano scossoni terribili e tutto si riduce alla parodia degli adulti inadeguati a trattare le cose da neonati - pappe e cacche comprese - ben diversamente dall'originale dove l'effetto comico nasce sempre dalla contingenza seria e drammatica come quando sembra che il bambino abbia smesso di respirare e per fortuna non è così... Il neonato che ne sconvolge le vite diventa l'occasione per misurare le vite abitudinarie  di una coppia che fino a quel momento non ha davvero vissuto, constatazione tutt'altro che comica, unico pedale, invece, della versione italiana.

In Chinnamen quando l'ex marito di Bree vede Alex e, pensando sia la ragazza au pair dei padroni di casa (per via dei suoi capelli lunghi), ci prova pesantemente Frayn coglie l'occasione per denunciare il maschilismo eterosessista (e di una borghesia paternalistica) dell'uomo che ci prova con tutte che nonostante pianga la separazione con Bree non rinuncia al modo di fare che ne è stato la causa.

In mano a Muscato la situazione ammicca invece alla seduzione gaia se non da parte dell'ex marito di Bree sicuramente da parte di Alex (che sottolinea di essere di larghe vedute) cambiando profondamente il senso della notazione che Frayn vuole dare del marito fedifrago.

Pur rimanendo dei testi leggeri e di facile approccio, la scrittura drammaturgica di Fray è sempre largamente ancorata al sociale, attenta, pur se risolta in brevi cenni, alle  relazioni di coppia, ai cambiamenti sociali - che per la prima volta vedono coppie con l'uomo più giovane della donna (Alex e Bree e i due protagonisti della pièce espunta) -, irridendo alle convenzioni sociali che diventano desuete abitudini (la coppia di neogenitori che si chiede cosa faceva prima dell'arrivo di lui, il bambino)  e dove l'esagerazione e l'aspetto buffo servono anche a una sorta di bilancio generazionale, un sottotesto non espresso del tempo che passa, dei giovani che diventano adulti e vecchi (data anche la diversa percezione delle età di 40 anni fa)  irridendo sì a vizi e idiosincrasie piccolo borghesi ma mostrando anche un senso di condivisione e solidarietà che in alcune coppie manca e in altre, per fortuna, ancora no.
In Muscato invece tutto è ridotto al voudeville più che alla commedia, banalizzando un poco tono e contesto della drammaturgia.

Savinio e Solfrizzi hanno però entrambi più di un momento di grazia e, d'altronde, questa messinscena è perfettamente figlia dei nostri tempi più superficiali e approssimativi di quelli in cui i testi hanno visto luce più di quarantanni or sono.

Visto il 14-03-2013