Prosa
DUE DONNE CHE BALLANO

Due donne che ballano ed un autore sconosciuto

Due donne che ballano ed un autore sconosciuto

Josep Maria Benet i Jornet nato nel 1940 a Barcellona, è considerato uno dei massimi autori del teatro spagnolo contemporaneo nonché padre del teatro catalano. Le sue opere rappresentate in tutta Europa, in Argentina e negli Stati Uniti, ricevendo numerosi riconoscimenti, hanno influenzato almeno due generazioni di autori catalani. Ma costui, in Italia, è praticamente uno sconosciuto. Un esimio caso di quanto le produzioni nostrane restino pavidamente vincolate alle solite scelte ed atterrite dalle ragioni di cassa, siano ridondanti dello stesso sparuto nucleo di autori. Occorre pertanto essere particolarmente grati se il Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano ne ha prodotto (ed al Teatro Nuovo di Napoli che ne ospita le repliche) una sua opera del 2010: Due donne che ballano (traduzione di Pino Tierno), per la regia di Veronica Cruciani, interpreti Maria Paiato  ed Arianna Scommegna.

Sole, in uno squallido appartamento di città, due donne si incontrano. Una donna anziana e una giovane chiamata a farle da badante. Si odiano, si respingono, si pungolano fino a farsi male ma ognuna, nella propria quotidiana solitudine, scopre di avere bisogno dell’altra. Si confessano le vite strozzate che entrambe hanno fino a quel momento vissuto. Vite, in cui gli uomini rappresentano rovina ed indifferenza, e da cui loro stesse non hanno ancora trovato una via di fuga. Un epilogo che potrebbe sembrare una triste resa ma che al contrario stringe le due donne, in una tenera e folle danza, verso la fine: del dolore, del rammarico, della vita stessa. Un’opera disegnata con linearità, capace nel narra, con ironia e semplicità, un interno emotivo al femminile.

Un lavoro reso per quadri scenici essenziali, con oniriche luci filtrate nei passaggi di scena, dove non trova spazio il superfluo ma, per stratificazioni successive, prende corpo un’interpretazione totalizzante delle due protagoniste. Se da un lato la Paiato, domina con ironia le delusioni delle gioventù e le asprezze della vecchiaia inscenata, dall’altro la Scommegna, quasi soffocata dai nodi del dolore, rivela in un crescendo espressivo il dramma fino in fondo celato. Due interpreti dal calibro non convenzionale, Maria Paiato ed Arianna Scommegna, senza le quali, molto probabilmente, occorrerebbe rivedere l’intero impianto registico ma, grazie alle quali, si resta ancora incantati e felici nell’essere spettatori.

Visto il 10-02-2016
al Nuovo di Napoli (NA)