Prosa
DUE FRATELLI

Due fratelli: ipnotico gioco di relazioni malate

Due fratelli: ipnotico gioco di relazioni malate

Una vicenda claustrofobica, ambientata in un appartamento seminterrato squallido, dove predomina una tinta verde acido che trasmette trascuratezza e sporcizia.

I tre protagonisti sono legati da una dipendenza che diventa obbligo e frustrazione. Lev (Jacopo Trebbi) e il fratello maggiore (Daniele Ronco) convivono con Erika (Maria Costanza Frola) che, dopo aver confessato al primo, con il quale ha una relazione, di non amarlo più, intreccia un rapporto con il secondo, generando una voragine di tensione dall'esito tragico. La vicenda è ossessiva e i rapporti sono esclusivi, privi di contatti con l'esterno, con l'eccezione di lettere, registrate su audiocassette, che i due mandano alla madre (la voce registrata di Laura Curino) o si mandano tra loro durante l'assenza di Lev, allontanatosi dopo essere stato lasciato da Erika ed averla minacciata con un coltello in un accesso di ira. Le audiolettere sono una totale mistificazione della realtà. La verità paradossale che si respira nell'appartamento pare degna di una prigione infernale, mentre la descrizione che trapela dalla corrispondenza nulla ha a che fare con essa ed è un paradosso di invenzione che rende ancora più invivibile il contesto.

La cronaca della tragedia si svolge con una tecnica narrativa fortemente scandita da bui istantanei e ripetuti che sottolineano parole e gesti, insieme ad una musica ritmata ed penetrante. Sono quadri equiparabili a sequenze cinematografiche, il cui esito turba e crea un effetto di inquieta sospensione.

Forte la caratterizzazione dei personaggi, tutti sofferenti e incapaci di moderare le loro intemperanze, in una generale mancanza di senso e soddisfazione. Jacopo Trebbi è un Lev sempre ai limiti della degenerazione violenta, offeso dall'abbandono della sua donna e incapace di confrontarsi con le ragioni altrui. In tutti i suoi atti freme una sete di vendetta che lo rende teso e pericoloso. Boris, interpretato da Daniele Ronco, è fragile, nevrotico e concentrato su particolari di ordine e pulizia della casa. Il suo mondo poggia fragilmente su regole di convivenza disattese dagli altri coinquilini e la sua unica felicità consiste nel breve e subito interrotto rapporto di tenero amore che vive con Erika, durante l'assenza del fratello dal quale dipende. Maria Costanza Frola è sensuale e sfrontata, incauta nel coltivare rapporti pericolosi, fragile e reduce da un tentativo di suicidio, nonostante l'apparenza arrogante.

Un microcosmo malato laddove le fragilità non si compensano ma deflagrano in un finale cruento che pare ai protagonisti l'unica soluzione per ritornare ad una normalità che, nella sua fissità mortale, nulla ha a che vedere con la vita.

Tutto esaurito al teatro civico di Tortona per una pièce diretta con ritmo spietato e inesorabile dal regista Riccardo Bellandi ed interpretata da un cast di attori giovani e bravi. Un'ottima prova e un meritato successo.

Visto il 27-11-2013
al Civico di Tortona (AL)