Mancano molto più di “Due” minuti all’inizio dello spettacolo, ma la sala è già piena. E’ l’effetto Raoul Bova, protagonista insieme a Chiara Francini della prima commedia teatrale firmata dal regista Luca Miniero. Il suo volto sul cartellone sta facendo registrare da quasi due anni un sold out dietro l’altro, ma il pubblico al termine della rappresentazione dimostra anche di aver apprezzato lo spettacolo, incentrato sul dialogo tra un uomo e una donna a un passo dal matrimonio tra innumerevoli dubbi esistenziali.
Il testo, a livello teatrale, presenta senza dubbio alcune lacune. E’spesso sopperito dall’uso della parolaccia per stimolare la risata, e questo è un indizio pericoloso che dimostra una insufficienza di contenuti. Anche la scenografia, incentrata su un letto da montare attorno a cui vengono posizionati dei cartonati, pecca di poca originalità.
Per fortuna ci sono loro
Cimentarsi col teatro, per Bova, è stata una prova non facile (“Anni fa non l’avrei mai fatto”). Ha voluto mettersi in gioco, mostrando in fondo un Bova non tanto diverso da quello che appare sul piccolo e grande schermo, ovvero un professionista consapevole delle sue doti ma anche molto semplice, da classico ragazzo della porta accanto. Un attore capace anche di fare un passo indietro: se prima e dopo lo spettacolo il protagonista è indubbiamente lui, una volta che si apre il sipario bastano due battute per capire che il ruolo di Francini non è certo quello di spalla. Recita, balla, si muove sul palco con estrema naturalezza, a tratti è lei a rubare la scena. Se Pippo Baudo l’ha scelta lo scorso anno al suo fianco per Domenica In, se Fausto Brizzi l’ha voluta in innumerevoli suoi film così come prima di lui anche Leonardo Pieraccioni, se nel 2011 Colorado gli affidò persino la conduzione del programma non può essere un caso. In un’ora e quaranta di spettacolo lei ha spiegato a tutti il perché. Ma soprattutto ha dimostrato di essere pronta a salire sul palco per ballare anche da sola.