Uno spettacolo vivace, “E che ne parlammo a ffà?” in cui il pubblico si ritrova, a sorpresa, a prendere parte allo rappresentazione, e, gli attori fingono di essere pubblico, in uno scambio di ruoli che diverte tutti. Sul palco, un avvilito regista ( esilarantemente dipinto da Corrado Taranto) alle prese con un esigente pubblico pagante ed un agguerrito critico teatrale in attesa di uno spettacolo che non può cominciare perché non ci sono attori. Improvvisa e provvidenziale la presenza della sua ex, donna energica e determinata (egregiamente rappresentata da Patrizia Pugliese) che, venuta per assistere alla rappresentazione, davanti ad uomo piegato dalle difficoltà, si dispone, come una sorta di spirito guida, a dirigere il suo compagno, suggerendo, via, via, estemporanee soluzioni che vedono parte del “pubblico” offrirsi spontaneamente quali provetti attori. La cosa sembra prendere un’accettabile piega, sebbene il povero artista sia, dall’alto della sua luminosa carriera, allibito davanti a tanta incompetenza e sfrontatezza. I guai però, non sono finiti, poiché come dal nulla, spunta lei…la tv! Un arrogante cronista spodesta il malcapitato regista per documentare uno scoop in diretta, stravolgendo il già esile impianto e mortificando le capacità del rispettabile professionista. Ci si ritrova così nel bel mezzo della vorticosa confusione generata dalla determinazione a fare audience a tutti i costi. Capace, talvolta, di calpestare i sentimenti più nobili mescolandoli a spot pubblicitari ed inverosimili esibizioni di altrettanto inverosimili ospiti chiamati ad intervenire per alzare lo share di preferenze dei telespettatori. In un crescente marasma, l’incubo del nostro capocomico arriva alla fine; lo scoop si rivela una “bufala” ma, proprio mentre i suoi protagonisti si allontanano delusi, arriva sorprendentemente un vero finale sensazionale. Il lavoro, firmato da Corrado Taranto, pur mostrandosi, grazie alle capacità di un affiatato gruppo di valenti attori, in tutta la sua divertente veste, non manca, però, di mostrare tra le righe un velo di amarezza per una società che prende sempre più le distanze dalle proprie radici culturali a favore di una subcultura dilagante di cui, sempre più spesso la televisione è la maggiore promotrice.
Teatro Il Primo
Napoli 09/11/2007
Visto il
al
Il Primo
di Napoli
(NA)