Prosa
ECUBA

Arnolfo Petri rilegge, per PR…

Arnolfo Petri rilegge, per PR…
Arnolfo Petri rilegge, per PRIMOCLASSIC, Euripide, testo che da sessant’anni è assente dalle scene. Origine incerta del testo di Euripide, attorno al 425 a.C., Ecuba, detta anche Ecabe, è una storia che mai come oggi ritorna attuale: la Guerra. La guerra religiosa, di potere, di denaro, di dominio, di sterminio, di genocidio. Regina di Ilio e madre straziata dal dolore di aver perso quasi tutti i suoi 19 figli avuti da Priamo, vive da schiava, dopo la caduta di Troia, con le sue uniche figlie scampate al furore degli Argivi, Polissena e Cassandra, destinata a rimanere figlia superstite dinanzi alla morte dei suoi fratelli; di fatti, il Consesso degli Achei spinge Agamennone a chiedere il sacrificio di Polissena per ingraziarsi gli dei che trattengono ancora l’esercito acheo in Tracia. Questi eventi sono narrati nel prologo dal fantasma di Polidoro, figlio anche lui di Ecuba, che era stato mandato in protezione con una ricca dote presso il re tracio Polimestore, che lo aveva invece ucciso per la bramosia di impadronirsi delle sue ricchezze. Appurata la morte di Polidoro, lo strazio della perdita dei due figli la fa impazzire ed alimenta in lei il sentimento di vendetta che espone ad Agamennone, il quale, lascerà che Ecuba si vendichi, con l’inganno e con mano fendente, rendendo Polimestore cieco. Agamennone, sentite le due parti, non condanna Ecuba, e Polimestore si infuria, inveendo contro i due e predicendo loro due sorti terribili. Sdegnato dalle funeste profezie, Agamennone fa abbandonare Polimestore su un'isola deserta ma le profezie si avvereranno: Ecuba sarà trasformata in cagna, e morirà gettandosi in mare, mentre Agamennone vedrà Cassandra uccisa dalla moglie Clitennestra ed anche lui verrà da lei uccisa con un colpo di scure. In scena, giovani attori ed una Marina Billwiller, capace, attenta ad un ruolo molto più grande della sua giovane età. Un allestimento semplice, adatto spogliato di qualsiasi riferimento temporale proprio perché nella lettura di Arnolfo Petri, in scena, il vero protagonista è il dialogo, dalle tematiche dolorose, scomode, scottanti e sempre attuali e dolorose e la storia che ciclicamente si può ripetere a grandi linee. Bosnia Herzegovina, Kossovo, Iran, Israele, Gaza, Iraq e Afghanistan, guerre di potere, crociate religiose, conflitti etnici e civili. Ecuba è il dramma di qualsiasi madre che sopravvive in qualsiasi tempo e luogo ai suoi figli, senza poterli proteggere. La figura di Ecuba se non ha grande rilievo nell’Iliade, assume un ruolo di primo piano in Troiane, sempre di Euripide. Accanto a Marina Billwiller, protagonista e mater dolorosa dal profilo psicologico fragile e forte al contempo, Massimo Odierna, ricopre invece il ruolo di Agamennone, pieno di dubbi e di incertezze, gli stessi che popolano l’umanità intera, Manuela Cervone è Cassandra e poi Antonio Vitale, Simona Fasano, Vincenzo Serino, Erika Capozzi, Ida Rotonda Carrieri e Valeria Di Modero, tutti allievi della Compagnia di Arnolfo Petri. La rassegna “Primoclassic” composta dai classici “Elettra”, “Romeo e Giulietta” ed “Ecuba” ha registrato più di 25 istituti superiori della Regione Campania per un totale di quasi 2500 studenti. Un vero record per un evento fatto da giovani per i giovani, data l'età degli attori della Compagnia di Arnolfo Petri che è al di sotto dei 30 anni.
Visto il
al Il Primo di Napoli (NA)