Lirica
L'ELISIR D'AMORE

Un Elisir balneare che diverte ed emoziona

Elisir d'amore
Elisir d'amore

Presentato per la prima volta in un teatro all’aperto allo di Macerata, questo allestimento de L’elisir d’amore pensato e creato a Valencia nel 2011 da Damiano Michieletto dà veramente il meglio di sé nell’immenso spazio dello Sferisterio.

Stessa spiaggia, stesso mare

La scena di Paolo Fantin sposta l’azione all’interno di uno stabilimento balneare, con tanto di sdraio e ombrelloni, caotico e coloratissimo, che sorge a fianco del “Bar Adina”, il quale serve agli avventori bibite, snack e gelati per il proprio refrigerio. La frequentazione è trasversale, vi sono giovani e meno giovani, tutti armati di teli e gonfiabili, e parimenti in vena di scherzi (acquatici ovviamente, come si addice ad una spiaggia).
Nel secondo atto fa la sua comparsa in scena un’enorme torta nuziale, anch’essa gonfiabile a mo’ di piscina, all’interno della quale si svolge un esilarante schiuma-party in pieno stile vacanziero.



Adina è una donna forte che ama primeggiare, ma che sa anche a volte usare gli altri per i propri scopi; Nemorino un giovane d’altri tempi, sensibile, ma disarmante nella sua ingenuità; Belcore il tipico marinaio grezzo, fintamente rincivilito, fin troppo consapevole del proprio fascino, che ama una donna in ogni porto; Dulcamara un farlocco venditore di felicità sotto forma di bustine di stupefacente che col suo modo di fare totalmente amorale non può non suscitare una simpatia istintiva.

Attentissima ad ogni dettaglio la regia che calibra bene i movimenti dei singoli rendendo lo spettacolo straordinariamente fluido e accattivante. Tutto risulta credibile, perfettamente congegnato ma al contempo, pur all’interno di un quadro che della sovrabbondanza fa una propria cifra distintiva, nulla pare eccessivo e la lettura complessiva dell’opera, seppur lieve, non risulta mai superficiale.
Belle anche le luci pensate da Alessandro Carletti che focalizzano l’attenzione sui personaggi isolandoli all’interno di un occhio di bue nei momenti più riflessivi e intimistici.


Ineccepibile anche la musica

Direzione snella, fluida, pulita, brillante per Francesco Lanzillotta alla guida dell’Orchestra Regionale delle Marche che sa ben sviscerare tutta la freschezza insita nella partitura, qui eseguita senza i soliti tagli, arricchendola di sfumature e colori che la rendono a tratti intensa e vibrante: sempre avveduto l’accompagnamento dei cantanti, preziosi alcuni interventi degli strumenti a fiato dalle tinte morbide e delicate ad illustrare e inquadrare i vari stati d’animo dei personaggi.
Mariangela Sicilia è una Adina sicura, dal fraseggio seducente ed espressivo, che sfoggia uno strumento limpido e terso, dalla proiezione perfetta.



John Osborne nei panni di Nemorino brilla per controllo vocale e per misura, la sua “furtiva lagrima” scuote ed emoziona, così che il pubblico ne chiede a gran voce il bis.
Alex Esposito non veste i panni di Dulcamara, è Dulcamara. La prova vocale si rivela strabiliante e quella interpretativa a dir poco unica per una cantante che si mostra davvero nato per il palcoscenico. Bellissimo timbro e grande immedesimazione nel ruolo anche per il Belcore di Iurii Samoilov cui si affianca la efficacissima Giannetta di una Francesca Benitez che spacca per nitore vocale e vivacità interpretativa.
Molto buona anche la prova del Coro, a coronamento di uno spettacolo davvero imperdibile.

Visto il 21-07-2018
al Arena Sferisterio di Macerata (MC)