L'Associazione Italiana Danzatori, Ente Nazionale per la Promozione della Danza e dello Spettacolo, opera nel settore delle arti da oltre vent’anni tra alta formazione, produzione e ospitalità teatrale. La sede dispone del TEATROLIBERO, spazio teatrale che ospita manifestazioni e rassegne di prosa, musica, danza e cabaret.
Assieme a Labox ha presentato per la rassegna Danza in bilico ("Serate senza etichette, accomunate dalla ricerca di linguaggi originali. Giovani coreografi italiani con molto da dire") le due coreografie Hoh-h Sleepy Walls e Emoticon.
HOH-H SLEEPY WALLS per la Compagnia di Beatrice Magalotti trae spunto da alcuni momenti della quotidianità, l’attesa, il sonno, il muoversi frenetico, il ridere. Lo spettacolo si apre con i quattro danzatori già in scena, seduti su altrettante sedie mentre, ognuno amodo suo, attendono. Qualcuno cade addormentato, qualcun altro è in preda a tic più o meno nervosi. Lo spettacolo, sbilanciato più dal lato della performance che da quello della danza vera e propria, è sostenuto nei quadri in cui è sviluppato, da una leggerezza e un'ironia che ispira l'intero spettacolo. I quattro danzatori (tre donne e un uomo) sono i primi a divertirsi in una coreografia che si preoccupa poco di raccontare preferendo costruire sull'emozione di un momento, un movimento coreografico, un momento di teatro, trasfigurando le situazioni più varie del quotidiano in una continua lotta-danza tra uomini e donne, tra esseri umani e animali, tra forme di vita organiche ed elementi inanimati (conpresa la fissazione per i limoni, prima verbale e poi fisica, tanto che i suddetti agrumi invadono copiosi il palco, suggellando la fine della coreografia). Un divertissement che può lasciare perplessi ma che, se trova la giusta predisposizione dello spettatore, sa catturare e colpire nel segno.
EMOTICON per la Compagnia di Daniela Megna Emoticon è un excursus sulle nuove frontiere dell'(in)comunicabuilità. Una donna, in scena, è seduta al suo pc, il riverbero dello schermo che le illumina il volto, mentre un'altra donna cinge teatro e platea con un nastro rosso e bianco. Alcune presenze fantasmatiche popoloano il palcoscenico, evocate dal pc. Un universo virtuale nel quale ognuno finge di essere qualcun altro ma dove, in un modo o nell'altro, si comunica tutti, confessando emozioni, condividendo esperienze e sensazioni. L'approccio coreografico è sorpendente ed efficace, sfruttando appieno un repertorio di passi riconoscibile e storicamente connotabile che viene reniventato dai quattro balerini (tre donne e un uomo) che da soli, in coppia, o con figure più complesse traducono in movimenti di danza le emozioni che corrono sula rete, solitudine, bisogno di raccontarsi, di mentire di competere. Non un divertissement, nemmeno un'operazione di teatro danza dove la danza si sostituisce alla parola, ma una coreografia come non ne vedevamo da tanto che, da sola, emoziona lo spettatore (bravissima Danilea MEgna alle prese con un cappotto che rasfroma in un uomo che la corteggia...) e lo fa riflettere sull'idiosincrasia di una comunicazione come quella virtuale che è un segno di totale chiusura al mondo esterno nonostante l'ubiquità che permette sembri dimostrare il contrario. Uno spettacolo ispirato ed emozionante che coinvolge lo spettatore col cuore, prima, e con la mente poi.
Una rassegna interessante fiore all'occhiello di un centro per lo studio della danza dove la ricerca va di pari passo con l'insegnamento e gli spettacoli. Un centro da visitare e sostenere, da tenere d'occhio perchè, siamo sicuri, ci regalerà ancora molte piccole grandi perle come queste due prime coreografie in rassegna.
Roma, Teatro Libero 7-9 novembre 2008
Visto il
al
Libero
di Roma
(RM)