Una serata per conoscere le produzioni della Mandala Dance Company purtroppo interrotta dall'imprevisto.
Delle tre coreografie in programma solo due infatti sono state eseguite.
La terza, quella più corposa e sulla carta più interessante, non è andata in scena per motivi tecnici.
Una delle ballerine ha avuto un crampo (?!?) che le ha impedito di danzare così il sipario si è chiuso prima del previsto.
Le due coreografie superstiti hanno comunque saputo dare lustro alla ricerca coreutica di Paola Soressa
La serata si è aperta con la nuova produzione Alchemic Games
nelle intenzioni della coreografa una raffinata rivisitazione delle nozze alchemiche in un’intrigante atmosfera basata su giochi di sguardi e di relazioni.
La transcodificazione dei processi alchemici, Nigredo o opera al nero, in cui la materia si dissolve, putrefacendosi; Albedo o opera al bianco, durante la quale la sostanza si purifica, sublimandosi; Rubedo o opera al rosso, che rappresenta lo stadio in cui si ricompone, fissandosi, si è attestata però su meri elementi decorativi (il nero del costume del danzatore, il bianco e rosso del costume delle danzatrici) mentre la componente illustrativa è stata risolta in una gioco di confronto seduttivo tra maschile e femminile alquanto blando che non ci sembra abbia esplorato tutte le sue potenzialità.
La componente performativa e meno coreutica della coreografia (il monolito nero spinto dal danzatore all'inizio, che poi si rivela essere un divano nel quale si celano le due danzatrici, che si manifestano sporgendo entrambe dai lati opposti dell'oggetto come fossero un solo corpo con arti lunghissimi; l'impiego di due lunghe strisce di tessuto, rosso e bianco, che diventano ora sudario ora elemento tramite il quale trainare le danzatrici; un separé col quale le due danzatrici interagiscono ingaggiando anche passi di danza) stimolanti da un punto di vista visivo, non trovano un inserimento organico nella coreografia che stenta a trovare una propria autonomia espressiva che non sia legata alla parte performativa rimanendo a metà del guado tra la vocazione da teatro danza e quella più squisitamente di movimento senza intraprendere davvero nessuna di queste direzioni.
La musica cupa, ripetitiva e monotòna di Zoe Keating ha contribuito ad ancorare la coreografia a terra non permettendole mai davvero di spiccare il volo. Ingiustificata la durata di 28 minuti che finisce con l'appesantire e togliere disinvoltura alle molte intuizioni coreografiche presenti nel lavoro che sono però come imbalsamate da un impianto visivo che atterra invece di sostenere, che rallenta invece di velocizzare.
Discreta la prova di Giulia Mancini, Giovanni Passalacqua e Sanne Wutzke più incisive, e incisivo, nelle parti performativo-acrobatiche che in quelle più canonicamente coreografiche.
Più riuscita Water Flowing il cui assunto poetico (la trasposizione coreutica degli stati emotivi dell'acqua diventati corpi) sostiene un linguaggio coreutico originale e interessante che vede danzatori e danzatrici relazionarsi secondo delle direttrici sganciate dalla tradizione dove anche le danzatrici si fanno porteuse e dove i danzatori affrontano dei passi a due di rara eleganza e seduzione.
Sviluppato in quadri sostenuti da una partitura musicale appena più vivace di quella della coreografia precedente, ma sempre particolarmente ostica e insufficiente nel sostenere il movimento - tanto che danzatori e danzatrici si muovono grazie al sostegno di un ritmo interiore - Water Flowing sorprende per la ricchezza dei movimenti di danza, che si susseguono con alacrità ed energia, in un flusso ininterrotto che ricorda il moto browniano delle molecole d'acqua. Una coreografia dall'evoluzione imprevedibile che tiene lo sguardo del pubblico sempre in allerta chiamato a cogliere ogni variazione e ogni intuizione felice di una coreografia composita come una partitura musicale.
Danza
EMOTIONAL EXPERIENCE (ALCHEMIC GAMES/WATER FLOWING /PUNTO ZERO)
Una serata interrotta
Visto il
12-10-2013
al
Italia
di Roma
(RM)
Danza
EMOTIONAL EXPERIENCE (Alchemic Games/Water Flowing /Punto Zero)