Musical e varietà
END OF THE RAINBOW

Monica Guerritore è Judy Gardland

Monica Guerritore è Judy Gardland

Raccontare la vita di una diva hollywoodiana di spessore come Judy Gardland con il successo del musical di Broadway come etichetta, facendolo in modo eccelso poteva , come è accaduto, essere realizzato da  Monica Guerritore.

Dalla penna di Peter Quilter alla sfavillante interpretazione dell’attrice, End of the Rainbow ripercorre gli ultimi mesi di vita della Gardland. E’ il Natale del 1968 e Judy Garland alloggia in un’elegante Suite dell'Hotel Ritz Carlton al Centro di Londra. Con il suo amico pianista e compagno di tante avventure Anthony (Aldo Gentileschi) e con il suo nuovo giovane amante Mickey Deans (Alessandro Riceci) si prepara per una serie di concerti nella capitale londinese. Ha 46 anni ed è decisa a tornare alla ribalta alla grande. I matrimoni falliti, i tentativi di suicidio, le dipendenze da alcol e farmaci sembrano lasciati definitivamente alle spalle, eppure sembra che il destino non sia clemente con chi, dopo anni di lotta, provi ad attraversare la coltre nube della sofferenza per costruirsi un futuro migliore.

Seppur non dotata dell’ugola magnifica come l’indimenticabile Judy, la Guerritore unge ogni brano interpretato, pezzi storici nel repertorio dell’artista da “Smile” a “For Once In My Life”, di emozione e sofferenza, estirpando da quelle note l’anima velata di chi ha dato al pubblico ed alla vita tutta se stessa, per rimanere, come ogni artista sente e si ripete ‘vi ho dato tutto...e sono sempre sola, quassù...’

Nonostante le delusioni, la Gardland si tuffò senza riserve nell’amore per questo giovane amante a tratti sprovveduto nel comprendere le necessità di una grande artista con una voce ormai compromessa da alcool e droghe. E la Guerritore, in tutto lo splendore dei suoi 55 anni, come una lilebulla volteggia tra cambi di umore, presenza scenica arricchita da lustrini e body mozzafiato, le stramberie e l’egocentrismo di di una stella indiscussa del firmamento. Anche se non adeguatamente supportata dalle parti maschili, la sua performance non subisce cali di energia e vuoti sul palco. Anzi, conferisce alla sua recitazione ancora più incisività e ad ogni movimento, il messaggio chiaro dalla scia di un ‘amami’ che troppe volte non viene ascoltato e porta le donne (specialmente quelle come la Gardland) alla solitudine e l’autodistruzione.
Momenti di emozione intensa nell’incarnare il bisogno dell’attrice di droghe sostenitrici e nel momento finale, accompagnato dalla voce originale della Gardland mentre per l’ultima volta intona la canzone che da il titolo allo spettacolo.

Alcune scelte registiche di Juan Diego Puerta Lopez sono discutibili e vanno ad inficiare un lavoro molto interessante grazie anche al contributo di Marcello Sirignano per gli arrangiamenti, Walter Azzini per i costumi e Carmelo Giammello per le scene. Salva tutto però Monica Guerritore con la sua esperienza, confermandosi ancora oggi una delle poche regine del palcoscenico.

Visto il 28-11-2013
al Eliseo di Roma (RM)