Il pubblico si riappropria finalmente del Teatro Regio di Parma, dopo lunga astinenza. Con meno posti a disposizione - sono circa 600 - e le solite restrizioni da Covid-19, ma il Festival Verdi 2020 non poteva utilizzare oltre l'open air del Parco Ducale per le minacce di maltempo. Si son fatti veri miracoli e qualche sacrificio – la generale aperta al pubblico è stata annullata - ma le due esecuzioni in forma di concerto dell'Ernani di Verdi si sono tenute al sicuro.
Collegati e presenti da remoto
Ernani era assente da Parma da 15 anni: grazie ad Operastreaming, portale online gratuito, possiamo seguire e recensire questo concerto stando comodamente a casa nostra. E' la prima volta, per chi scrive, dopo quarant'anni di frequentazione esclusivamente in diretta. In più, ci è concesso un optional inedito: quello poter vedere e seguire il direttore – in questo caso Michele Mariotti, che ora finalmente affronta questo lavoro fondamentale di Verdi – anche di fronte, in viso, e non sempre di spalle. Scopriamo così che pure lui, al pari di Toscanini ama cantare l'opera insieme al coro ed ai solisti.
Sulla scia del grande maestro parmense, anche Mariotti è un vigile concertatore, amante dei tempi incalzanti, e un superlativo narratore. Sa come tenere strette le briglie dell'orchestra ed ottenere da essa una raffinata resa strumentale. La tensione del dramma, tra le sue mani, non cala mai; e si intravede bene l'accurato lavoro sugli interpreti, cui sono suggeriti accenti, fraseggio e dinamiche, ottenendo non solo precisione individuale ed affiatamento complessivo, ma pure un'elevata espressività. Il risultato di questa consapevole 'regia vocale' (ancor più preziosa, in assenza di una regia teatrale) è un'esecuzione di arroventata, vivida teatralità. Proprio quel Verdi, insomma, che vorremmo sempre sentire.
Tutti tirano in ballo il proprio onore
La versione scelta è quella primitiva, senza aggiunte per celebrati interpreti d'antan come il tenore Ivanov od il basso Marini. Scelta più o meno condivisibile, secondo i punti di vista. Ernani è Piero Pretti: tenore squisitamente lirico, punta sulla limpidezza squillante dell'emissione, sulla consolidata tecnica che gli permette completezza vocale e massima scioltezza, sulla virile eloquenza del fraseggio. Doti che brillano nei suoi cimenti belcantistici - Edgardo in primis - e che gli servono per realizzare la sua personale visione dell'infelice antieroe hughiano, che funziona egregiamente e che convince appieno, ponendo in secondo piano la non grande varietà di timbri e di chiaroscuri.
Eleonora Buratto è una grande, grandissima Elvira: tipico soprano drammatico d'agilità, la sua sontuosa voce, dal vellutato spessore e ricca di armonici, sale e scende nel pentagramma con eccitante docilità, svettando liquida negli acuti e carica di forza nei nitidi gravi, e superando con serena nonchalance gli impervi passi acrobatici previsti dal giovane Verdi.
Non nascondiamo che Vladimir Stoyanov – giunto all'ultimo a sostituire Amartuvshin Enkhbat, bloccato all'estero - è per noi un baritono verdiano d'eccellenza, e non certo solo da oggi. Affrontando una partitura che riserva mille insidie, l'emissione è ferma e solidissima, la tecnica pressoché infallibile; ed anche qui, nel suo possente, aristocratico Don Carlo, non fanno mai difetto tinte, accenti, nobile magniloquenza spiccato senso della parola (la famosa parola verdiana!).
Quanto al granitico Silva di Roberto Tagliavini, basso dal patrimonio vocale non indifferente, lo sentiamo pur'esso ritagliato sulla scia di certe aristocratiche figure donizettiane: e quindi indirizzato all'eleganza dell'emissione, alla morbidezza del timbro, alla nobiltà del fraseggio, alla ricerca d'espressività, senza scivolare nel bieco satanismo: valga la dolente, sussurrata melanconia di «Io l'amo...al vecchio misero».
Ottimi comprimari, eccellente il coro
Adeguatissimo comprimariato, in questo il Regio non smente un'antica tradizione: la brava Carlotta Vichi è Giovanna; Paolo Antognetti è un ottimo Don Riccardo, Federico Benetti un buon Jago. Lo stesso vale per il suo Coro, preparato come al solito con grande cura e passione da Martino Faggiani, e che avrebbe ben meritato qualche applauso in più per il suo palpitante“Si ridesti il Leon di Castiglia”.
Ricordiamo che sino al 31/3/2021 è possibile accedere alla registrazione video di questo Ernani parmense collegandosi al portale di Operastreaming.