Prosa
DIARIO PERPLESSO DI UN INCERTO

Essere e non essere, paura fuori dallo specchio.

Essere e non essere,  paura fuori dallo specchio.

Il mondo sottosopra. Realtà e/o finzione. Sogno e/o incubo.

Il mondo di Alice, dagli immaginifici romanzi di Lewi Carroll, è quello che vive al di là dello specchio, di ciò che si vede e rappresenta le apparenze; ingannano quindi le impressioni della giovane ragazza, rinchiusa nella sua cameretta che assomiglia più che altro ad una stanza di un vecchio manicomio, circondata dall'abbandono totale.

E' sola, nella realtà che il pubblico può percepire come "vera" eppure si trova in compagnia delle sue paure e dei suoi problemi, in primis quello di crescere ( anche Alice è un'eterna pete pan) e quello dell'accettazione di sè. Accettare di essere normale, o accettare di essere pazza. E', in un certo senso, l'Amleto al contrario, essere e non essere qualcos'altro da sé.

Nella anormalità della realtà oltre lo specchio appaiono, deformati e disperati, i personaggi del primo romanzo Alice in wonderland, ma la terra delle meraviglie appare piena di insidie e di pericoli, di figure angosciose e angosciate, che parlano di rinuncia e di morte, ovviamente non utilizzando il linguaggio codificato in rima del testo originale, ma facendosi aiutare dal loro apparire spaventosamente pericolosi.

Il pericolo è insito anche nella scena in cui Alice e gli altri si muovono: la prospettiva, così come la cameretta, sono ribaltate, i due elementi del mobilio (letto e sedia) fungono da strumento di equilibrio e appoggio e rendono assolutamente difficoltoso ogni movimento, aprendo la visuale agli spettatori che si trovano catapultati sul soffitto dell'edificio.

Matteo Tarasco realizza un'opera di grande spessore e innovazione in quanto a ricerca stilistica per la costruzione scenica e l'impianto luci che contribuiscono a creare un'atmosfera orrorifica, assieme al lavoro certosino del reparto scenografico e dei costumi, che richiamano alla memoria gli evil dei cult del Cinema Horror ( Ad. es. la regina di cuori e il bianconiglio/infermiera ricordano da vicino la saga di Silent HIll, mentre Tweedledum e Tweedledee rimandano ai due fratelli di Funny Games, non mancano inoltre richiami a Nightmare in Elm Street e Donnie Darko).

Romina Mondello appare trasfigurata del suo aspetto rassicurante e diviene il bersaglio perfetto per il gioco teatrale, portando sul palco un personaggio fatto di incertezze e debolezze.

Atmosfere e emozioni insolite provoca questo Alice, scuote, attrae, spaventa e fa riflettere sull'utilizzo potenzialmente infinito dei testi classici.

Visto il 03-12-2011