Eva contro Eva è uno spaccato sulla vita del teatro, sui crudeli meccanismi che regolano il suo mondo, in particolare sull’ansia di celebrità che si (con)fonde con la profonda passione (o dipendenza?) per il palcoscenico e che determina la parabola ascendente e poi discendente di una star. Una riflessione seria, a tratti anche drammatica, tradotta in un racconto da Mary Orr nel 1946 e portata al successo internazionale quattro anni dopo dal celebre film interpretato da Bette Davis e Anne Baxter.
Le due protagoniste sono qui interpretate da Pamela Villoresi e Romina Mondello. La prima è superba nel dare vita all’isterismo di Margo Channing , la diva per antonomasia, dai tipici tratti hollywoodiani. Mirabile è la sua capacità di far intravedere il percorso interiore che la porta dall’apice della gloria all’accettazione della sua condizione di donna ormai in declino; consapevole forse che una vita privata, accanto ad un uomo da amare e da cui essere amata, può restituire quella serenità che in tanti anni di carriera è stata solo illusoriamente inseguita negli applausi dei fans e nei consensi dei critici.
La seconda è brava nel tratteggiare Eva, un personaggio in bilico fra due pulsioni: un senso di ardente ammirazione per Margo unito ad un forte desiderio di far parte del mondo del teatro, anche da dietro le quinte, e l’arrivismo che non fa sconti a nessuno quando si presenta una occasione propizia. Alla fine però anche Eva sarà scalzata da un’altra Eva ( ecco il senso del titolo della commedia), emblemi di tutti i teatranti, semplici pedine di un gioco inesorabile in cui non c’è posto per alcuna pietà. Da segnalare il cammeo molto incisivo di Massimiliano Iacolucci (in temporanea sostituzione di Luigi Diberti) nei panni del perfido critico Addison DeWitt
Un plauso particolare meritano le scenografie molto accurate di Giorgio Gori che a scena aperta si alternano creando i vari ambienti: i camerini di Margo e poi di Eva, la residenza di Margo e il dietro le quinte di un teatro…