Musical e varietà
EVITA

Eva Duarte Peron, 'Evìta' in italiano

Eva Duarte Peron, 'Evìta' in italiano

Per la prima volta una produzione firmata Massimo Romeo Piparo ha debuttato al Teatro della Luna di Milano; sorte toccata a Evita, altro incredibile successo della ditta Webber & Rice, il cui primo allestimento in Italia è stato realizzato dallo stesso Piparo vent’anni fa, in concomitanza con l’uscita della versione cinematografica di Alan Parker (1996), che vedeva come protagonisti Madonna e Antonio Banderas.

La scelta di realizzare un allestimento con canzoni tradotte in italiano – dopo i fasti delle due precedenti edizioni – non ha mancato di suscitare qualche perplessità. Perché, se da un lato l’adattamento italiano – realizzato dallo stesso Piparo – può aver immerso la storia di Eva Duarte Peron, personalità carismatica e venerata dal popolo argentino (e controversa in egual misura), nella musicalità dell’italico idioma, il lavoro svolto sul materiale originale sembra non rendere giustizia allo spettacolo. Le liriche spesso faticano a “entrare nel mood” delle musiche e la direzione d’orchestra dal vivo del M° Emanuele Friello, in alcuni punti, perde mordente, nonostante l’eclettismo della partitura.
Sotto il profilo registico, invece, lo spettacolo sembra trovare la sua strada, presentandosi in una “confezione piacevole” (nonostante un disegno luci abbastanza “invasivo”), soprattutto grazie alle imponenti scene di Teresa Caruso (sulle quali svetta il balcone “mobile” della Casa Rosada) e agli eleganti e meravigliosi costumi di Cecilia Betona.

A vestire i panni della “regina dei descamisados” in salsa nostrana, la cantante Malika Ayane, al debutto sulle tavole del palcoscenico. L’artista dimostra determinazione e impegno, qualità apprezzabili in questo frangente, ma non ancora sufficienti. La sua cerca di essere un’interpretazione “di pancia”, ma l’obiettivo non è ancora raggiunto, salvo nei duetti con Enrico Bernardi (Juan Peron), durante i quali entrambi raggiungono adeguati livelli di partecipazione emotiva con i rispettivi ruoli.

Forte della precedente esperienza al Comunale di Bologna nella produzione in lingua originale allestita dalla BSMT – Bernstein School of Musical Theatre, Filippo Strocchi torna a calarsi nei panni del Che, il contestatore, alter ego di Evita. Il performer si muove sul palco con spavalda disinvoltura e sembra quasi voler invitare il pubblico a osservare con il giusto distacco ciò che accade sul palcoscenico.
Enrico Bernardi è un convincente Juan Peron; la sua tessitura vocale è “avvolgente” e sicura e il suo personaggio inserisce – anche non volendo – il musical nella stringente attualità, poiché alcuni dei suoi atteggiamenti in scena sembrano un velato riferimento alla recentissima situazione politica statunitense, quindi globale.
Tiziano Edini, nel ruolo di Augustin Magaldi, prima vittima dell’ambizione di Eva Duarte, è appassionato nelle intenzioni, ma la sua interpretazione, per quanto piacevole, risulta "ingessata" nella funzione di intrattenitore.

Insieme a loro sul palco, un ensemble di professionisti che sprigionano energia e convinzione rappresenta il più evidente valore aggiunto di questo allestimento, che – va detto – non esprime pienamente la potenza storico-evocativa del musical originale.

Visto il 09-11-2016
al Repower di Assago (MI)