Musical e varietà
EVITA

Evita, la storia di una donna (e del suo popolo)

Evita, la storia di una donna (e del suo popolo)

Un Teatro Comunale (quasi) sold out ha applaudito il debutto dell’allestimento di Evita, capolavoro della ditta Webber & Rice, una produzione realizzata dalla fondazione lirica bolognese in collaborazione con la BSMT – Bernstein School of Musical Theater, a conclusione del Bologna Summer Musical Festival 2015.
La storia è quella di Eva Duarte de Perón, moglie del dittatore argentino Juan Perón, dal 1945 al 1952, quando Evita morì, a soli 33 anni per un tumore all’utero.
Il musical è narrato e commentato dalla figura del Che. A interpretato in questa edizione è Filippo Strocchi, impeccabile sia vocalmente, ma anche a livello di presenza scenica. Si muove sul palco come se questo effettivamente fosse il "teatro" delle vicende che sta raccontando, scrupolosamente attento a ciò che gli accade intorno. Sa conquistarsi il suo spazio anche Marco Trespioli, nel ruolo di Augustin Magaldi, prima “vittima” dell’ambizione di Eva Duarte. Molto apprezzata dal pubblico anche Costanza Scalia, che, nel ruolo di Mistress, è interprete dell’unico assolo di tutto lo spettacolo non eseguito dalla protagonista: la commovente ballad Another Suitcase in Another Hall.
La coppia Evita-Juan Perón è convincente e ormai collaudata (i due performer Clara Maselli e Andrea Spina hanno infatti già recitato insieme come marito e moglie nel musical La famiglia Addams, n.d.r.).
Spina, dopo Strocchi, risulta l’interprete più comunicativo; la Maselli (prendendo probabilmente come riferimento le precedenti interpreti di Londra e Broadway, Elaine Paige e Patti LuPone, n.d.r.) si destreggia in un percorso (interpretativo in generale, non esclusivamente vocale) non facile, che riesce a trovare il proprio compimento – e a raggiungere il suo culmine - solamente nel secondo atto, con le interpretazioni delle hit più celebri dello spettacolo, da Don’t Cry For Me Argentina (che tutto il pubblico recepisce in religioso silenzio, n.d.r.), per passare subito a High Flying Adored, fino a You Must Love Me.
La direzione d’orchestra di Stefano Squarzina attraversa fasi alterne: leggermente sottotono per quasi tutto il primo atto, “esplode” con A New Argentina e da quel momento l’esecuzione si mantiene a un più adeguato livello di “solennità”.
Le coreografie di Gillian Bruce percorrono i differenti stili della partitura musicale e creano scene di grande impatto, anche se a volte l’effetto può non riuscire a fare “miracoli”…
La direzione musicale di Shawna Farrell garantisce un’esecuzione vocale corale dal vivo davvero impeccabile.
La regia di Gianni Marras, molto attento e abile nella gestione delle cosiddette “scene di massa” fornisce interessanti spunti di riflessioni su uno spettacolo – e su reali vicende storiche – che ha distanza di anni – hanno ancora molto da trasmettere a vecchie e nuove generazioni.

Visto il 16-07-2015
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)