Comico
EVOLUSHOW 2.0

L'evoluzione secondo Brignano

L'evoluzione secondo Brignano

Lo ammetto. Mi sono recato al Teatro Colosseo per assistere a Evolushow, il nuovo spettacolo di Enrico Brignano, con qualche perplessità.
Soddisfatto dal precedente lavoro del comico romano, Tutto suo padre (2012),  mi sono invece accostato al tema di questo nuovo show – l’evoluzione dell’uomo in rapporto alla tecnologia – con una punta di scetticismo.
Sensazione sparita non appena sono entrato in sala, trovandomi di fronte a due schermi in posizione elevata (per la visione da parte del pubblico in galleria)  e a un palcoscenico trasformato – grazie a un enorme impianto video led – in una sorta di navicella spaziale.
Grazie a questa scenografia, il pubblico attraversa in un paio di minuti, le tappe di un’evoluzione durata diversi miliardi di anni, dal Big Bang fino alla comparsa sulla Terra dei cosiddetti primati.
E proprio da un costume di gorilla, ecco apparire Enrico Brignano, che, cantando e spogliandosi del suo involucro, ne approfitta per offrire al pubblico una divertente e articolata dissertazione sull’importanza del pelo, fondamentale per l’uomo nel corso dell’evoluzione – per proteggersi dall’ambiente esterno, fino alle connotazioni “sociali” di epoche più recenti (l’uomo peloso considerato più ‘maschio’, concetto al quale si va ormai sostituendo la spasmodica cura del corpo da parte di entrambi i sessi).
Tutto lo spettacolo, poi, è una “passeggiata tra le ere geologiche” (e non solo), analizzando in modo di vertente, ma puntuale, le varie scoperte che hanno segnato il cammino dell’uomo sul pianeta: dal fuoco, alla ruota, fino al telefono; con qualche richiamo alla difesa dell’ambiente e alle spaventose cifre di vite umane sprecate a causa delle guerre (nelle quali soprattutto le tecnologie, in ogni epoca, svolgono un ruolo determinante.
Avviandosi verso il finale, il comico si concentra su due importanti riflessioni: immagina di scrivere una lettera a un giovane dei nostri tempi, raccontandogli di fatti e personaggi che hanno lasciato un’impronta nella storia dell’uomo (e scorrono sul led alle sue spalle come le caselle di una tombola). Le nuove tecnologie (pc, tablet, smartphone)  hanno ormai sostituito carta e penna come modalità di comunicazione, provocando effetti anche – e soprattutto – sulle relazioni umane: siamo invasi dalle app, “pur essendo – noi italiani – il popolo che si applica di meno”. Un esempio su tutti, WhatsApp, ormai un surrogato del corteggiamento, che pone tutti noi in preda al rischio dell’isolamento (con epicondilite annessa).
Uno show forse meno “intimo” del precedente, ma efficace sia sul versante della satira che su quello della riflessione.

Visto il 18-01-2015
al Colosseo di Torino (TO)