Il debutto, giocato con un escamotage di metateatro, è esilarante: Insegno, regista di uno spettacolo della Premiata Ditta, dirige quello che fu il loro primo sketch, tentando di crearne una versione “attualizzata”, passando da quella più caricaturale ad una ultra moderna fino a quella drammatizzata, con risvolti imprevedibili dall’effetto spassosissimo. Poi si rompe la quarta parete: ecco che la compagnia si rivolge al pubblico e, in un’atmosfera da villaggio turistico, coinvolge due spettatori che siederanno sul palco per tutta la serata e sceglieranno i pezzi comici da un vasto menu, come ai tempi di “Preferisco ridere”, preannunciando così uno spettacolo che sarà sempre diverso ad ogni replica.
Si comincia con la serie “Viaggio nel tempo” e vengono scelti “Adamo ed Eva”, una rappresentazione della Genesi riveduta e corretta con grande ironia e “Doppiaggio” che presenta i buffi aneddoti dell’inesperto del mestiere, alle prese col suo primo turno, del doppiatore di cartoni animati dotato di una voce fuori dal comune, della coppia a cui tocca il porno intitolato “Quella porca di tua moglie” e così via.
Dalla serie “Shortini” viene estratto “L’uomo nero” e poi si torna ai “Viaggi nel tempo” prima con “Al cinema”, divertentissima carrellata di situazioni comiche al limite dell’esasperazione, ambientate in una sala cinematografica popolata da coppie che amoreggiano sfacciatamente, spettatori rumorosi ed altri che anticipano ad alta voce tutta la trama del film; poi con “Indovina chi viene a cena”, parodia del film ambientato negli anni ’60; l’improvvisazione dovuta alla formula “menu” comporta continui e rapidissimi cambi di costume - per questo la scenografia consiste più che altro in una camerino colmo di abiti e parrucche – che ci mostrano Insegno, Ciufoli, Draghetti e Foschi sempre prontissimi ad immedesimarsi nelle più disparate situazioni comiche.
Anche gli scherzi rivolti agli spettatori non mancano e al termine dell’intervallo, con le luci ancora accese in platea, il sipario inaspettatamente si apre e i quattro protagonisti sono lì ad attendere che gli ultimi ritardatari tornino dal bar: “Prego, fate pure con comodo!” rimproverano maliziosamente.
Pino Insegno, tra uno sketch e l’altro, si trova “appioppata” al suo fianco la valletta raccomandata di turno e coglie l’occasione al volo per scherzare sull’attuale situazione politica dell’Italia. Non manca di vestire i panni del “bibitaro” Ignazio, passando tra le file della platea, comandato a bacchetta dalla madre – Tiziana Foschi, così come tornano il contadino ignorante Rocco interpretato da Roberto Ciufoli o la calabrese Donna Teresa della Foschi. L’elenco interminabile prosegue con il cliente imbarazzato e quello spavaldo de “La farmacia” che devono acquistare i preservativi, lo scoop del “Caso Bobbit” ricostruito sfruttando stralci di noti brani musicali di cui si travisa completamente il significato, la favola rivisitata di “Cappuccetto rosso”.
Il finale fa letteralmente piegare il pubblico in due dalle risate: dopo il grande successo della parodia di Beautiful della Premiata Ditta, i quattro interpreti offrono con “Bbiutiful” la rapida narrazione mimata di un riassunto delle 6.011 puntate della soap opera, scambiandosi parrucche e partner a folle velocità, sfruttando il ridicolo ripetersi di matrimoni, divorzi, ritorni di fiamma e “resurrezioni” della celebre serie televisiva. Un’idea geniale.
“…Facciamo 31” dimostra come, dopo 30 anni di carriera e nonostante le loro strade si siano spesso divise, i quattro comici non abbiano assolutamente perso la loro allegria contagiosa e sincera, la voglia di divertire prima di tutto il pubblico, il ritmo forsennato - che non va mai a discapito della precisione interpretativa - e la fantasia nell’inventare sempre modi nuovi di leggere e filtrare la realtà attraverso un sorriso.