Cosa unisce il mondo di Shakesepare a Renato Zero, la denuncia alla vergogna dei cani abbandonati alla parodia di Flavio Briatore, le canzoni di Modugno, Tiziano Ferro e Vasco ai testi degli sms degli adolescenti di oggi?
Ecco la risposta: la capacitò istrionica di Giorgio Panariello, in scena con questo spettacolo che sta mietendo successi in tutto lo stivale in cui l’artista ripercorre tutti i personaggi e le “gags” (come direbbe lui), che lo hanno portato al grande successo televisivo, e ad essere perciò uno dei beniamini del grande pubblico.
Nelle due ore senza interruzioni del suo show, Panariello non si risparmia, e tra travestimenti (irresistibile quello dell’”Uomo Vogue”) e coinvolgimenti del pubblico il tempo scorre fino al tenero finale, un disincantato e malinconico monologo sulla vecchiaia.
Due ore trascorse in maniera divertente ed intelligente, grazie anche alla straordinaria capacità di coinvolgimento del maestro Dino Mancino, un vero virtuoso delle tastiere, che ha curato una colonna sonora, suonata in diretta, davvero trascinante.
Bravo Panariello, a cui forse avrebbe fatto bene però, a trovare un difetto, un rinnovato repertorio, per affermare una matrice più teatrale ed una ricerca verso un meno scontato impatto “televisivo”. In ogni caso lo spettacolo restituisce al teatro l’Attore Panariello, quello che ha recitato fino a poche stagioni fa Moliere, e, speriamo, questo potrebbe essere un primo passo per mete più alte ed innovative, meno attente ad assecondare il pubblico nella sua smaniosa e statica ricerca di ritrovare in teatro ciò che già conosce..
Napoli
TEATRO ACACIA
6 dicembre 2007
Visto il
al
Verdi
di Firenze
(FI)